Maurizio Casagrande e Tosca D’Aquino, coppia perfetta per “Il prigioniero della seconda strada”

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Di Paola Aspri

Non perde di smalto la commedia di Neil Simon, “Il prigioniero della seconda strada” nell’adattamento e regia di Maurizio Casagrande che ne è anche interprete insieme a Tosca D’Aquino.

Gli anni “70” sono lontani, ma le situazioni sociali del nostro tempo assomigliano alla drammaticità di quelli narrati da Simon. La perdita del lavoro è una conseguenza catastrofica dei nostri giorni e il personaggio di Mel, vestito in maniera perfetta da Maurizio Casagrande, è uno spaccato tragicomico di come la realtà cambi, quando si è disoccupati permanenti.

Il regista e attore napoletano ha una dinamicità recitativa e registica che lascia il segno, accompagnandosi alla verve esplosiva di Tosca D’Aquino.

Due partenopei che si confrontano generosamente con un cult teatrale, concepito come una sitcom in certi momenti, pur  non tradendo la morale di Simon e la sua tradizione autorale.

Il carattere di Edna è quello di una donna che cerca di accompagnare dolcemente le insicurezze e le fragilità di un marito tradito dalla società e dai suoi ideali. Forse il personaggio femminile è un po’ cristallizzato negli anni 70 per essere al passo con i tempi.

La comprensione eccessiva di Edna oggi fa un po’ sorridere, perché il ruolo della donna è diventato rampante ed aggressivo nel rapportarsi con gli altri. Il film interpretato da Jack Lemmon ed Anne Bancroft non è da confrontare ad una messinscena attualizzata e soprattutto resa più semplice ed adeguata ai tempi, anche se il filo conduttore è sempre quello della disoccupazione e del malessere di un uomo senza fissa occupazione. Da vedere per i due splendidi attori e per la versatilità della conduzione registica, con filmati che conducono in esterna, quasi un film dentro la realtà. Si replica fino al 26 ottobre al Teatro Golden.

Ecco la prima puntata di Spettacolando.