“Un’ora di tranquillità” al Teatro Quirino – la recensione

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Dopo essere stata in tournée per mezza Italia, è approdata al Teatro Quirino di Roma, per rimanerci fino all’8 gennaio prossimo, la pièce, Un’ora di tranquillità, del francese Florian Zeller che Massimo Ghini, in qualità di regista ed interprete principale della commedia, propone al pubblico italiano e, per il momento, a quello romano, con tutta la sua carica di simpatia e comicità. Il copione si basa sul più classico meccanismo del “vaudeville” e si snoda tra battute serrate, equivoci e situazioni al limite dell’assurdo e del paradosso.

Quando si apre il sipario, non vediamo subito la scenografia, peraltro ben curata da Roberto Crea, come nei normali spettacoli teatrali, ma c’è subito un filmato che ci mostra una Parigi in un sabato pomeriggio come tanti e dei titoli di testa di presentazione della pièce, come se assistessimo ad un film. Michel Leproux (Massimo Ghini) esce di casa, attraversa la città, fino a quando in un mercatino dell’usato trova un preziosissimo, introvabile e unico vinile che cercava da tempo, il disco Me, Myself and I, il primo album del jazzista Niel Youart. Il video termina con il rientro a casa e questo sarà l’antefatto, l’unico excursus esterno che il pubblico vedrà. Per un’ora e quaranta minuti il pubblico, infatti, sarà “proiettato” all’interno della casa ed in particolare del soggiorno. La scenografia è un po’ provocatoria che coglie, indubbiamente, sorprendendolo, lo spettatore, tenendo conto tanto più delle sorprese finali ben studiate, se si pensa alla simmetria e alla posizione degli attori nel momento in cui qualcosa avviene. Sembra di essere su un’astronave particolare ma anche in un reparto ospedaliero per disturbi mentali, visti i caratteri umani esibiti che ci ricordano come siamo. Una grande finestra dà sul simbolo di Parigi, la Torre Eiffel, ovviamente finta. Più di tutto colpisce la forma della finestra ad oblò, quasi a richiamare il disco tanto cercato e finalmente trovato.

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Il gioco di questa commedia tipicamente francese è basato sulla ricerca di un’ora di tranquillità – da qui il titolo – da parte di Michel per sentire il disco appena acquistato. Ma nulla. Subito la moglie Nathalie (interpretata da una ben compenetrata Galatea Ranzi) vuole parlare con lui perché ha dei grandi problemi ed il loro rapporto ormai è divenuto “complicato e complesso”, mentre Elsa (Marta Zoffoli), amante di Michel e amica del cuore di Nathalie, vorrebbe invece rendere pubblica la sua relazione. Le situazioni tragicomiche continuano e sono alimentate dall’entrata in scena dall’esilarante figlio metallaro di Michel e Nathalie, Sèbastien (Alessandro Giuggioli), musicista dei Fuckers, nome d’arte Fuck ‘in rat. E poi c’è l’idraulico Lèo (Luca Scaparrone), finto polacco che invece di riparare una perdita, distrugge l’appartamento sottostante di Pavel (Claudio Bigagli), il vicino, polacco doc, non come Leo, e, infine, Pierre, intimo amico di famiglia, ma non solo (il perché sarà svelato durante la commedia, ma noi non diremo nulla per non rovinare la sorpresa), interpretato da un Massimo Ciavarro, simpatico e in ottima forma.

Ognuno ha i suoi problemi che vengono buttati addosso al povero Michel, tornato a casa contento, pronto, rilassandosi, ad ascoltare il disco. Finalmente, quasi nel finale, quando tutto sembra essersi risolto e tutti se ne vanno da casa, ecco che Michel potrà abbassare la puntina del giradischi sul vinile e godersi la musica del suo prezioso disco. Ma ecco che le sorprese non sono finite: un ultimo colpo di scena finale, proprio prima della chiusura del sipario, manderà tutto a monte. E addio ora di tranquillità.

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In questa Un’ora di tranquillità, gli attori sono tutti ben affiatati tra loro, che ruotano attorno alla figura di Michel – Massimo Ghini, che deve la sua comicità proprio grazie alla interdipendenza di tutti i personaggi in scena. La sua professionalità non è mai stucchevole, anzi diverte.

Ogni attore è comico per sé stesso e spalla per gli altri, un vero meccanismo ad orologeria che dà adito ad una serie di situazioni comiche ad un ritmo sempre più serrato che porta gli spettatori a ridere di gusto. Galatea Ranzi, Nathalie, è la moglie moderna, depressa, in balia di sensi di colpa, con una recitazione volutamente sopra le righe, quasi volesse giocare a fare la moglie. Marta Zoffoli, Elsa, amante di Michel, appare una donna più pragmatica, realista, seducente, come solo le amanti possono essere. Alessandro Giuggioli, il figlio Sèbastien, dimostra palesemente nella recitazione la voglia di staccarsi dai genitori, rimanendone, però, sempre succube. Divertenti e molto “crazy” le parti degli altri protagonisti, Claudio Bigagli, Massimo Ciavarro, Luca Scapparone.

Vi consigliamo Un’ora di tranquillità per trascorrere una piacevole serata a teatro, divertendovi con qualità e magari riflettendo sulla realtà della vita che ci coinvolge tutti.

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