La quinta puntata di “Tù sì que vales”, numeri da cardiopalma che lasciano a bocca aperta pubblico e giudici

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Quinta punta di “Tù sì que vales” ed il talent continua a macinare un’audience incredibile. La forza di questa trasmissione sono i numeri di esibizione dei concorrenti che sono di tutti i tipi e che lasciano senza parole sia in positivo che in negativo. Sempre condotto da Belen Rodriguez e Simone Rugiati, quest’ultima in ogni puntata sempre più conturbante con vestiti che mettono in risalto la sua fisicità. In questa puntata sono stati affrontati degli argomenti importanti come il dramma dei migranti, portato sul palco da un attore autodidatta attraverso un suo monologo.

La giuria – composta da Maria De Filippi, Rudy Zerbi, Teo Mammucari, Gerry Scotti e dal pubblico “capitanato” da Mara Venier – ha mandato in finale direttamente un solo concorrente, ma promosso e bocciato molti altri.

Con i “Fair Play” si ricostruisce un videogioco arcade, anche con i mimi e i ballerini. Ottengono il 100% dei voti dal pubblico, ma per la De Filippi e Zerbi non sono da mandare in finale. Poi è la volta di Samuele, Niccolò e Isabella, sono giovanissimi, ma sul tappeto elastico sanno fare cose mirabolanti. Loro ottengono il 100% dei consensi e i giudici li mandano direttamente in finale.

Poi c’è Fabrizio che sulla cyclette recita uno scioglilingua in una velocità spaventosa. Alcuni possono provarci anche a casa. Provate a ripetere “Li vuoi quei kiwi…”, a “Tù sì que vales” i giudici hanno dato 4 vale e il 98% del pubblico ha premiato l’idea originale. Pavel Stankevich ha avuto il plauso da Mara Venier che lo ha etichettato come il concorrente più bello dell’edizione.

Lui, però anche se da concorso di bellezza, a 25 anni, è bravissimo, anche se voleva fare il ginnasta e non c’era una palestra nel villaggio dove abitava. In bilico su tre pali riesce a sbalordire la giuria ottenendo 4 si e dal pubblico il 98% dei consensi. Giuseppe Brancato ha 34 anni e fa l’attore, recita un monologo su un bambino che scappa dalla guerra e sogna l’Italia come approdo ideale. La storia in realtà è quella di Kolia, il bambino affogato e trovato a pancia in giù sulla spiaggia di Bodrun in Turchia, una foto che ha fatto girare il mondo e commosso tante persone. Commuove anche il pubblico e i giudici.

Il numero di escatologia di Jonathan Godwin lascia con il fiato sospeso. Lui è sospeso a sette metri dal suolo appeso solo con i denti a una fune in bilico su un letto di spuntoni aguzzi e per di più alla fune viene anche dato fuoco. La mascella d’acciaio ha 4 vale dai giudici e il 90% del pubblico da il suo positivo consenso. Con Dan Meyer arriva il momento del “non fatelo a casa”.

Meyer, che sembra un “attore dei telefilm anni 80” (Zerbi dixit) è infatti un mangiatore di spade fuori dal normale: non solo ingoia con facilità spadini e spadoni (anche senza mani) ma riesce anche a trainare un’auto con Belen a bordo collegata alla spada! Esibizione “forte” che comunque convince l’82% del pubblico. Mario Gaggiano fa il tranviere a Milano, ma ha la stessa voce di Renato Zero. Inoltre, per dirla con Zerbi, è “misurato, preciso e intonato”.

Ottiene il sì dai giudici e dal 96% del pubblico. Alla fine sono tutti un po’ sorcini.  Il team Vezzoli FTL Lazio vengono premiati dal 98% del pubblico e da 4 sì anche i parà acrobatici del Team Vezzali. Sono molto bravi e hanno rappresentato anche l’Italia ai campionati mondiali di specialità. Umberto Carpian è spigliato, simpatico e giovanissimo (18 anni) ed esegue un tradizionale numero di magia con le carte, ma lo fa bene e riesce bonariamente a prendersi gioco anche di Maria De Filippi e Gerry Scotti. Questa si chiama personalità.

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