Daniele Pecci si veste di “Amleto”, in scena al Teatro Quirino

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William Shakespeare, l’autore per tutte le stagioni, può anche essere trasportato in altre epoche, ma il suo linguaggio vibrante e pieno di verità non perde lo smalto dei suoi anni migliori e di quelli a venire. “Amleto” è l’assunto più rappresentativo del Bardo e riesce ad ammaliare qualsiasi attore che calca il palcoscenico da tempo e ha voglia di osare. Daniele Pecci, attore bello e visto più volte in fiction e serie di successo, torna al suo antico amore il teatro, cimentandosi in quello che per ogni interprete è una prova titanica, ma in questo caso Pecci si prova nella regia e nel ruolo simbolo di “Amleto”, giocando in entrambi i casi a semplificare il verbo e a sfrondarlo di orpelli e barocchismi di antica maniera. “Amleto”, in scena in questi giorni al Teatro Quirino, mostra in questa edizione una compagnia nutrita di attori (14 in scena) che compiono il miracolo di una rappresentazione corale, senza sbavature di sorta, mettendo in atto un naturalismo scenico che non lo rende tedioso all’ascolto.

La storia di tutti i tempi si veste di sensi di colpa, di un figlio in cerca della verità e di una vendetta che lo rende cieco alla vita e ai sentimenti verso Ofelia. Il ruolo di Gertrude, interpretato da una magnifica Maddalena Crippa, è l’emblema di una donna che si accompagna alla passione per Claudio che è pieno di peccati e che Amleto cerca di sventare con forza per onorare il padre defunto.

La scenografia è essenziale e denuncia l’atemporalità del testo che Daniele Pecci ha voluto collocare negli anni “30”. Lui assomiglia ad Antonio Gramsci e la sua fisicità è quella di un rivoluzionario, un deflagratore di pensieri e di azioni in cerca di una verità negata. Maddalena Crippa, attrice per tutte le stagioni, nonostante Shakespeare sia avaro di battute per le donne in scena, come Gertrude, riesce ad essere presente con forza alla pièce e ad imporsi con una fisicità e diversa impostazione recitativa a seconda dello stato d’animo del suo carattere.

A volte la recitazione di Daniele Pecci è un po’ troppo urlata, anche se efficace per dare il senso del tormento interiore del suo inquieto personaggio. Rosario Coppolino, Giuseppe Antignati, Sergio Basile, Mario Pietramala, Mauro Racanati, Marco Imparato, Vito Favata, Maurizio Di Carmine, Mariachiara Di Mitri, Pierpaolo De Mejo, Domenico Macrì, Andrea Avanzi sono bravissimi nel dare vita ad una generosa attorialità che non da un attimo di tregua al pubblico e a chi la vive in palcoscenico. I costumi di Maurizio Millenotti e di Elena Del Guerra sono particolarmente sfavillanti in Maddalena Crippa, madre che mostra una eleganza scenica notevole da primadonna. La regia di Daniele Pecci è attenta e si diversifica positivamente da altre regie del passato su un testo di tutti i tempi. Si replica fino al 30 ottobre.

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