American History X | questa sera su Iris Mediaset

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Questa sera su Iris Mediaset va in onda “American History X”, per la regia di Tony Kaye con Edward Norton, Edward Furlong, Beverly D’Angelo, Elliott Gould, Fairuza Balk, Ethan Suplee. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Al Box Office Usa American History X ha incassato 6,5 milioni di dollari.

Un film sul razzismo e il neo-nazismo negli Stati Uniti e sulla fragilità psicologica di due fratelli, Derek e Danny, che alla vita tranquilla e borghese rispondono nella maniera più sbagliata, con l’odio e la violenza. Danny, il più giovane, ricorda con immagini in bianco e nero le bravate di Derek che lui ritiene un esempio da seguire. Uscito dal carcere il maggiore rinsavisce (siamo dalle parti di Rusty il selvaggio) ma per il fratello è troppo tardi. Il mondo degli skinheads, nudo e crudo. A Hollywood c’è stato scalpore. Una seconda parte scontata ma una grande interpretazione dal più promettente attore giovane di Hollywood degli anni Novanta, Edward Northon, candidato per questo film al premio Oscar. American History X, opera prima di Tony Kaye, tenta di spiegare le radici della violenza, del razzismo, dell’odio tra diversi. La principale pulsione che anima il gruppo neonazista di Derek è l’odio contro le razze ed etnie diverse dalla propria, contro ogni forma di diversità. Da una parte, abbiamo il fanatismo, la violenza, l’odio per il diverso; dall’altra, in netta opposizione, i valori della solidarietà, del rispetto, che sbocciano in Derek all’interno del carcere, nel rapporto con un detenuto di colore, nella relazione di conoscenza con l’altro. Danny sceglie il fratello come modello: la presa di coscienza di Derek diventa per Danny occasione di maturazione. La relazione che Danny scrive sulla storia del fratello diventa uno strumento per la conquista di consapevolezza: la riflessione, la scrittura e la scuola assumono un determinante valore formativo. È fondamentale il contesto socio-economico e culturale in cui si svolgono i fatti narrati: un quartiere popolare di una cittadina in cui regna la povertà, che può portare all’ignoranza, al fallimento, alla frustrazione, e alla rabbia da cui scaturisce l’odio. Ma non si tratta di un processo inevitabile: il film mostra come anche nella povertà e nell’ignoranza si possa scegliere di rifiutare l’odio. La caduta nel male di Derek è seguita dalla risalita verso la redenzione. Il film termina con un finale tragico che sembra negare ogni speranza, ma che in realtà afferma la necessità di tener fede a un’etica umanistica nonostante e contro la realtà in cui sembra continuamente risorgere un’interminabile spirale di odio. Sul piano narrativo, il film nega la linearità cronologica e alterna due piani: il presente narrativo (a colori) e il passato (flashback in b/n). Il presente narrativo occupa il tempo di una giornata (l’unità di tempo aristotelica); ma il blocco temporale unitario del presente narrativo è forzato dalle spinte che tendono al passato. Come nella coscienza di Derek, il passato è dominato dall’agitazione frenetica della violenza, mentre il presente è dominato dalla calma della riflessione.

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