Mi chiamo Lina Sastri al Teatro Quirino – l’attrice racconta la sua Napoli

Mi chiamo Lina Sastri
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Solo per pochi giorni, dal 4 al 9 ottobre, è in scena al Teatro Quirino di Roma, per andare poi in tournée, lo spettacolo, Mi chiamo Lina Sastri – spettacolo in musica e parole in sette quadri, scritto, diretto ed interpretato dalla grande Lina Sastri. Oltre che essere uno spettacolo ricco di passioni, questo è un racconto onirico e poetico sul filo delle emozioni, un tributo all’anima femminile, all’amore, alla solitudine, alla sconfitta, alla rinascita, alla speranza, al coraggio. Un viaggio musicale in compagnia dell’artista e di sei musicisti che da sempre l’accompagnano nel suo percorso fra musica e teatro. Ma perché questo titolo così particolare, come se si cercasse l’identificazione dell’artista? Subito risolto l’enigma: a detta di Lina Sastri, molti spettatori ricordano il suo volto, sanno chi è, ma spesso non si ricordano come si chiama. Il suo è un nome non facile da memorizzare, e lei ha voluto giocare su questo aspetto. E’ come se fosse un biglietto da visita: questa è lei e questa è la musica che le appartiene.lina-sastri-ph-c-bellincampi-img_locandina-213x300

Lina Sastri in questa sua creazione è a dir poco straordinaria, perché alla sobrietà dell’impianto scenico, curato da Alessandro Kokocinski, artista di fama internazionale, interagisce la gestualità e l’espressività dell’attrice napoletana che nello spettacolo si esprime al meglio. Accompagnata dai musicisti, presenti anche loro sul palco (direzione musicale e arrangiamenti di Maurizio Pica, con Filippo D’Allio alla chitarra, Gennaro Desiderio al violino, Salvatore Minale alle percussioni, Gianni Minale ai fiati, Pino Tafuri al piano, Antonello Buonocore al contrabbasso) Lina Sastri ci porta per mano in un universo prettamente femminile dove la memoria, la terra simbolo di immigrazione, ma soprattutto il mare fanno da sfondo alla vita e alle emozioni, uno sfondo che risulta protagonista, alternando canzoni e profondi racconti inverosimili, legati alla realtà viva di Napoli.

L’artista regala al pubblico interpretazioni personali di belle canzoni come, tra le tante, Era de maggio di Salvatore Di Giacomo, Maruzzella  di Bonagura e Carosone, Amara terra mia di Domenico Modugno, Tammurriata nera di E.A. Mario e Nicolardi, Ma Dio addò sta di Armando Trovajoli, Core ‘ngrato di Cordiferro e Cardillo. Emozionanti e personalissimi gli omaggi a Pino Daniele con le splendide Chi tene ‘o mare e Napoli è.

Il titolo dello spettacolo, Mi chiamo Lina Sastri, è ironico: siamo sicuri, da adesso in poi, che dopo averla vista in questa sua nuova performance, applauditissima, l’attrice non avrà più bisogno di far ricordare il suo nome al pubblico. Ma ce n’era poi così bisogno?

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