Left Behind – La profezia | questa sera su Rai 4

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Questa sera su Rai 4 va in onda “Left Behind – La profezia”, per la regia di Vic Armstrong con Nicolas Cage, Chad Michael Murray, Cassi Thomson, Nicky Whelan, Lea Thompson.

Il film è tratto dal primo romanzo della serie “Left Behind”, fenomeno editoriale che ha venduto oltre 100 milioni di copie nel mondo. In Italia al Box Office Left Behind – La profezia ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 925 mila euro e 282 mila euro nel primo weekend. Ray Steele è un comandante dell’aviazione civile che ha ormai un difficile rapporto con la consorte Irene dedita in modo radicale alla lettura delle Sacre Scritture. Tanto che il giorno del suo compleanno preferisce accettare un volo per Londra piuttosto che rimanere a casa con la moglie e con la figlia Chloe, tornata per l’occasione. Ray ha anche una liaison con una hostess e Chloe se ne accorge proprio mentre in aeroporto conosce il giornalista televisivo Buck Williams di cui si innamora al primo sguardo. Il volo decolla e Chloe arriva a casa da mamma e fratellino ma, di lì a poco, succede qualcosa di sconvolgente: su tutto il pianeta milioni di persone scompaiono. Anche sull’aereo pilotato da Ray nonché tra i suoi cari.
Nicolas Cage si era già confrontato con tematiche relative alla religione. L’occasione migliore gli era stata offerta in Al di là della vita. Dietro alla macchina da presa c’era Martin Scorsese, qui invece c’è un certo Vic Armstrong più famoso come stuntman che come regista (questo è il suo secondo film e il primo risale a più di vent’anni fa). Ci si chiede perché Cage ogni tanto abbia il bisogno di affidarsi a mani inesperte e ad accettare remake di bassa qualità. Nel passato (tanto per fare un esempio) si andò a confrontare, in Il prescelto, con un cult movie che aveva come fulcro Christopher Lee, perdendo nel confronto. Qui ci si rifà a un film del 2001 con protagonista Kirk Cameron e quindi l’impresa poteva apparire più semplice.Il problema è che il plot di base vorrebbe entrare nel filone ‘fine del mondo’ ma lo fa con accenti talmente manichei da risultare risibile. I buoni si ritrovano tutti da una parte (allo spettatore spetta scoprire quale, facendo riferimento a un passo biblico che magari ricorda) mentre i ‘cattivi’ vengono caratterizzati con tipologie davvero monodimensionali: il fedifrago, il rancoroso, l’arabo (poteva mancare?), la tossicodipendente ecc. Non è possibile rivelare di più, pena l’anticipare quel poco di sorpresa che il film offre nel suo continuo alternarsi tra la situazione dell’aereo in volo e ciò che accade a terra.

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