The Chronicles of Riddicks | questa sera su 20 Mediaset

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Questa sera su 20 Mediaset va in onda “The Chronicles of Riddicks”, per la regia di David Twohy con Vin Diesel, Colm Feore, Thandie Newton, Judi Dench, Karl Urban, Alexa Davalos. In Italia al Box Office The Chronicles of Riddick ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 2,5 milioni di euro e 2,4 milioni di euro nel primo weekend. A certi registi bisognerebbe imporre con la forza di non girare film con budget superiori a dieci milioni di dollari, visto che, nel momento in cui si trovano ad avere a disposizione più denaro, hanno la spiacevole tendenza a sprecarlo miseramente. Questo è il caso di David Twohy, già autore del meraviglioso Pitch Black (di cui Riddick riesce ad essere contemporaneamente sequel e prequel), pellicola che lanciò Vin Diesel nel dorato mondo della star system. Purtroppo, meglio dirlo subito e levarsi il pensiero, di Pitch Black, del suo fascino visivo e della sua atmosfera rarefatta ed opprimente, non è rimasto nulla. O meglio: sono rimasti i tre protagonisti sopravvissuti di allora, che stavolta vengono contestualizzati in un plot troppo complesso ed inutilmente arzigogolato, capace di cancellare in una manciata di minuti quanto di buono restava nella memoria dello spettatore. Pitch Black era bello e semplice. Riddick, al contrario è insopportabilmente ridondante, inopinatamente noioso, privo del benché minimo cenno di autoironia, recitato male e girato peggio. Vin Diesel, già di per sé attore di sostanza ma non certo di forma, si limita a menare, correre e mettersi e togliersi gli occhiali, gesto/tic, che se poteva essere caratteristico e curioso un lustro fa, qui risulta insopportabilmente ripetitivo. Il resto del cast è anche peggio, con la Newton che fa la bella statuina, Judi Dench, addobbata come un albero di Natale, che si aggira ectoplasmatica da una scena all’altra e tutti i digrignanti comprimari del poco capelluto eroe, che si agitano senza troppa convinzione, in coreografie guerresche molto, molto poco ispirate.

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