Asterix alle olimpiadi | con Gerard Depardieu questa sera su Italia 1

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Questa sera su Italia 1 va in onda “Asterix alle olimpiadi”, per la regia di Frederic Forestier, Thomas Langmann con Clovis Cornillac, Gérard Depardieu, Alain Delon, Benoît Poelvoorde, José Garcia.

l giovane gallo Alafolix è innamorato della principessa greca Irina che però è stata promessa in sposa al figlio di Cesare, Bruto. Decisa a non unirsi in matrimonio con un buzzurro e colpita nel profondo dalle romantiche lettere d’amore del gallo, Irina propone di sposare colui che vincerà le Olimpiadi. La missione di Asterix e Obelix sarà quella di portare Alafolix sul podio e smascherare lo sleale Bruto, che giocherà sporco pur di ottenere la vittoria e la mano della principessa.Frédéric Forestier e Thomas Langmann scelgono la puntata più “cinematografica” della serie a fumetti francese per trasformarla in un kolossal moderno, ricco di effetti speciali (alquanto ridondanti e irreali), che strizza l’occhio ai grandi colossi hollywoodiani. Non paghi dell’accoppiata da Oscar Depardieu/Delon, i due registi fanno ricorso a una serie di allusioni al cinema e all’attualità (sfruttando gli sportivi Michael Schumacher e l’inseparabile Jean Todt, Amélie Mauresmo, Tony Parker e Zinédine Zidane) per svecchiare il materiale originale con continui rimandi alla nostra epoca. Il Cesare di Delon è un generale vanesio che passa il tempo ad ammirarsi allo specchio e si fa chiamare JC, come se fosse un rapper in costume. Nel ritrarre il dittatore romano l’attore sfodera una buona dose di autoironia quando, sulle note di Morricone, afferma la sua immortalità da «gattopardo che non deve niente né a Rocco, né ai suoi fratelli né al clan dei siciliani». Nella stessa maniera, anche l’Obelix di Depardieu si improvvisa Cyrano de Bergerac dettando parole d’amore al meno dotato in romanticismo Alafolix. Tuttavia, nonostante queste trovate offrano momenti di sano intrattenimento, la sceneggiatura si rivela sin troppo semplicistica e, dimentica di quella tagliente satira sociale che René Goscinny e Albert Uderzo erano riusciti a ricreare su carta, finisce per risultare prolissa e fine a sé stessa. Un vero peccato perché da un film in cui compaiono due leggende del cinema internazionale ci si aspettava qualcosa in più.

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