Chef – La ricetta perfetta | questa sera su Rai 3

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Questa sera va in onda “Chef – La ricetta perfetta” su Rai 3, per la regia di Jon Favreau con Jon Favreau, Sofía Vergara, John Leguizamo, Scarlett Johansson, Dustin Hoffman

Carl Casper è un cuoco creativo, chef di un celebre ristorante di Los Angeles. Il critico gastronomico Ramsey Michel decide di visitare il locale e Carl pianifica per lui un menù coraggioso e innovativo. Ma il proprietario del ristorante insiste affinché Carl riproduca fedelmente il menù ormai collaudato da un decennio. E il critico, dopo aver assaggiato, stronca il cuoco sul suo blog. Segue un forsennato scambio di tweet che sfocia in una lite fra cuoco e critico la quale diventa a sua volta virale su Internet.È solo la premessa di Chef – La ricetta perfetta, deliziosa (anche in senso alimentare) commedia ideata, sceneggiata, prodotta, diretta e interpretata da Jon Favreau, il regista dei primi due Iron Man nonché produttore esecutivo di Iron Man 3 The Avengers, ma anche interprete di quel gioiellino indie che era Swingers e autore di Made – Due imbroglioni a New York, il suo lungometraggio di debutto. È importante ricordarlo perché Chef ha una fortissima valenza metaforica relativa proprio alla carriera di Favreau, reduce dalla delusione di Cowboys and Aliens. Carl il cuoco infatti, licenziato dal boss ed estromesso dal mercato degli chef losangelini, decide di ricominciare dal basso, e noleggia un furgone sul quale cucinerà e venderà street food, spostandosi da Miami a New Orleans al cuore del Texas, il tutto documentato sul web dal figlio Percy, che finalmente riesce così a passare tempo di qualità con il padre divorziato. In questo modo Carl ritrova il rapporto con la gente e con quanti, lungo la sua ascesa al successo culinario, aveva perso per strada.Allo stesso modo Jon il regista abbandona le megaproduzioni hollywoodiane e torna alle origini, inventando una commedia intelligente e ricca di sfumature, indie nella scelta delle inquadrature e nell’uso spropositato delle tecnologie non più per creare mirabolanti effetti speciali ma per ricostruire il mosaico di immagini che è diventata la nostra vita, in cui comunichiamo via smartphone – e Facebook, Twitter, Instagram. A questa comunicazione forsennata e inarginabile Favreau riconosce la caratteristica dell’imprescindibilità e la valenza di arma a doppio taglio: da un lato creatrice di comunità virtuali e pubblici paganti, dall’altro moltiplicatrice planetaria di figuracce e false informazioni, con il potere di polverizzare carriere nel giro di qualche (milione di) clic. La scenata in cui Carl grida al critico quanto male faccia una cattiva recensione è anche l’urlo di dolore di un autore come Favreau che non sa incassare con indifferenza le stroncature, anche se indirizzate ad un blockbuster annunciato in nome del quale aveva (forse) edulcorato la sua vocazione autoriale. Chef non è un film perfetto, talvolta scade nel piacione e si autocompiace della sua irresistibilità. Ma è un’ora e mezza di risate e tenerezza, con due interpreti perfetti: lo stesso Favreau nei panni del cuoco sovrappeso il cui talento (e cuore) è grande come il girovita, ed Emjay Anthony in quelli di suo figlio, rarissimo attore bambino americano a non mostrare un filo di vanità o di furbizia recitativa. La loro interazione, pensata per soddisfare la componente sentimentale del film, riesce a non diventare terminalmente stucchevole, come invece, purtroppo, è la scena finale: unica mossa falsa in un film altrimenti infallibile nel compiacere il nostro sguardo e le nostre papille gustative.

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