Parenti Serpenti in scena al Teatro Eliseo con Lello Arena e Giorgia Trasselli

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Entrare nella dimensione di “Parenti Serpenti”, in scena in questi giorni al Teatro Eliseo è come entrare nella propria casa fatta di ricordi, di dolcezza e di comprensione, avvolti dal tepore familiare come in una realtà di altri tempi. Ma è solo l’inizio di una turbolenza emotiva che pian piano sale nella vicenda e intristisce l’atmosfera natalizia che si era andata a creare nel gruppo di famiglia in un interno. La casa diventa così, un terremotato edificio pieno di crepe create dagli anni di bugie e di incomprensioni. Il pretesto della storia è la riunione familiare che come consuetudine avviene ogni anno a Natale, in casa di Saverio e Trieste, due genitori teneri e ingenui che accolgono con dedizione i propri figli disseminati in tutta Italia. Ma ogni personaggio nasconde una propria storia palese o segreta che man mano viene fuori. Così emergono tradimenti, insoddisfazioni, piccole recriminazioni e grandi tormenti. I genitori, ignari delle vite insoddisfatte dei propri figli, stufi di stare soli in una casa troppo grande per loro, chiedono di rifugiarsi per gli ultimi anni a casa di uno dei figli, ma questo genera confusione e disorientamento, nessuno vuole problemi, tantomeno rinunciare al vivere superfluo e menefreghista dell’oggi. Una soluzione drastica viene presa dai figli per sbarazzarsi dei genitori, diventati un peso troppo grande per loro vite. La commedia, scritta da Carmine Amoroso è un pugno nello stomaco, anche se l’ironia è sempre in agguato. Una società cattiva e caustica prende il sopravvento sulla bontà delle tradizioni. Nel 1992 Mario Monicelli ne fece un film che fu molto apprezzato dalla critica e vinse diversi premi. Ora a portarlo in scena è Luciano Melchionna. un regista bravissimo nel rendere efficacemente cattivo il testo, con i suoi caratteri che alla fine si cimentano in una danza macabra con i loro rituali falsi e stereotipati. Il bello di questa messinscena è quello di coinvolgere il pubblico, mettendolo di fronte ad una realtà scomoda. Lello Arena è grandissimo nel ruolo di Saverio, il ruolo che nel film fu di Paolo Panelli. Arena si mette al servizio del suo ruolo con una lievità e leggerezza che rendono il personaggio che interpreta come una oasi di benessere di fronte alla falsità degli altri caratteri. Saverio è preso da demenza senile, ma sembra vivere una sua realtà parallela alle persone che ha accanto e grazie a questa non vede il male degli altri. Bravissima anche Giorgia Trasselli che nel ruolo di Trieste riesce ad essere in sintonia con il suo compagno di scena, duettando con lui in spassosi e giocosi litigi dialettici. Buona anche l’idea di far circuitare gli attori in platea per rendere più coinvolgente il gioco scenico che diventa il gioco della vita anche per lo spettatore. Efficaci anche gli altri interpreti: Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea De Goyzueta, Carla Ferraro, Serena Pisa e Fabrizio Vona. Le scene di Roberto Crea sono funzionali al testo e come d’incanto cambiano prospettiva come i personaggi. Da vedere. Si replica fino al 18 marzo al Teatro Eliseo.

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