Al Teatro Sala Umberto: “La Divina”

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Alessandro Fullin non è il classico artista, lui sorprende al solo apparire e quando comincia a parlare riesce a far diventare elevato anche il più banale dei contenuti. È un dono che hanno in pochi e l’attore conosciuto ai più per essere stata la Professoressa del Tuscolano in Zelig e per aver scritto manuali divertenti e spassosi, ora approdata alla Sala Umberto con “La Divina”. Il titolo è solo un pretesto per apparire come unica nel suo genere e ripercorrere con Dante Alighieri, nelle sembianze ambigue di Fullin, la Divina Commedia che ha bisogno di essere riscritta in alcune parti come in quella del “Purgatorio”, che non esiste più per volere di Papa Ratzinger che nel 2009 ha annunciato a tutti i fedeli la sua decisione. Dove mettere così gli iracondi, gli invidiosi e gli accidiosi? Per Dante è un grande problema e così vaga tra Inferno e Paradiso alla ricerca di una soluzione, trova Paolo che non ha più la sua Francesca, ma al suo posto Mario, segno dei tempi che cambiano. Ma Paolo ha poi un ripensamento che lo porta tra le braccia di Beatrice, stufa di stare in un Paradiso dove si può solo immaginare, lei vuole toccare e fare. Poi c’è Caronte di cui Dante si innamora e lo insegue e lo brama fino a quando non diventa suo. Insomma ci sono tanti elementi per fare di uno spettacolo uno spassosissimo diversivo alla monotonia. Alessandro Fullin ha poi l’eleganza della forma dialettica che ricorda Paolo Poli e questo fa piacere a chi ama e predilige un teatro diverso e fatto di inventiva. Il successo di questa pièce si deve poi al contorno attoriale che avvolge e coinvolge Alessandro Fullin, interpreti capaci di dare smalto alla storia. Una rilettura della “Divina Commedia” che porta Paolo Malatesta, Beatrice. Virgilio e tanti altri a ballare sulle note degli Abba e inoltre Farinata degli Uberti diventa per l’occasione Liz Taylor. Tanti riferimenti al passato e uno sguardo attento al presente, quel presente che va rispolverato con un umorismo e una vivacità che Fullin sa come gestire. Bravissimi Tiziana Catalano, Sergio Cavallaro, Simone Faraon, Paolo Mazzini, Mario Contenti, Ivan Fornaro. I bei costumi sono opera di Monica Cafiero e le coreografie di Sergio Cavallaro. Si replica fino al 22 gennaio.

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