“Vorrei la pelle nera” intervista a Luca Jurman

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Vorrei la pelle nera”, è lo spettacolo in scena al Teatro Brancaccio fino al 23 ottobre. La regia è di Maurizio Colombi (Rapunzel, Peter Pan). In scena la coppia Luca Jurman e Stefano Masciarelli per una storia che diventa una metafora della vita. La storia racconta di un cameriere un po’ sfigato che per arrivare al successo, avendo una voce fantastica si traveste da artista black simil Prince per far breccia nel locale dove lavora da sempre. Tutto questo accade nel “Motown Club”, dove si sposano i sogni delle persone comuni. Il cameriere però non ce la fa a rimane cristallizzato in una maschera per essere quello che vuole e allora svela sua vera identità e l’happy end sarà una consolazione per quanti vivono nell’ipocrisia. Abbiamo intervistato Luca Jurman che è stato il vocal coach di “Amici” fino al 2011 e ha sdoganato al successo Alessandra Amoroso, Valerio Scanu, Marco Carta, all’epoca del talent studenti che sono diventati famosi come il cameriere impersonato da Jurman.

luca-jurman-teatroNella vita Luca Jurman ha esaudito i suoi desideri?

“Amici” è stato un periodo corto della mia vita con cui ho potuto scambiare delle energie con delle persone che sono state molto importanti. Però la mia vita, nonostante faccia l’insegnante, è il cantante e l’attore ed è quello che voglio fare. Io non posso dire di aver esaudito tutti i miei sogni nel momento in cui non lo farò più non starò nel mondo e preferisco sognare all’infinito.

Qual è la musica che preferisci?

Io sono cresciuto con la musica black, ho debuttato a 13 anni con il soul, poi sono andato dappertutto nel mondo, per me la musica nera è parallela al mio vissuto.

Per un musicista è facile esaudire i propri sogni in Italia?

Io direi che non è mai stato facile, oggi però c’è un incrocio di idee che porta fuori controllo tutto quanto e se si continua a far passare il messaggio che basta andare cinque mesi o un anno a scuola per essere un musicista, allora non si è capito nulla, perché crolla tutto nel momento in cui ti metti a confronto con la vita reale della musica che richiede grande sacrificio, determinazione e passione per il pubblico.

Oggi cosa rappresentano i talent?

Non ci si può erigere a giudice di qualcosa, il giudice ultimo è sempre il pubblico ed io la domanda la farei a loro. Il pubblico è ancora così appassionato di talent? e cosa non gli piace di questi talent? Bisognerebbe testimoniarlo con forza senza avere paura. Prima c’era formazione, oggi nei talent questa cosa è diventata sempre meno importante ed è determinante lo show business. Lo Show business ha un po’ stancato, bisognerebbe puntare sull’arte e la formazione dell’arte e far capire alla gente quanto sia importante studiare ed informarsi.

Cos’è il talento per Jurman?

La chiave d’accesso nel mondo dello spettacolo, però deve essere coadiuvata dalla preparazione.

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