Al Teatro Tirso De Molina: “One Burin Show”

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Di Paola Aspri

Lo spettacolo della sua maturità, quello che racconta in tutto e per tutto tra le pieghe di una umanità dolente e paradossale, l’Italiano per antonomasia “Martufello”.
Vizi privati e pubbliche virtù messe senza indugio su un palcoscenico che per Maurizio Maturani non conosce sorprese dopo 33 anni di Bagaglino.
Il suo mentore è lì ad istruirlo in tutto e per tutto con quel suo stakanovismo registico che lo ha fatto grande nel suo genere.
Ninni, Pier Francesco Pingitore, il saggio e il bravo direttore d’orchestra impartisce le regole al Burino doc, che pur eseguendo alla perfezione il compitino, da buon attore improvvisa egregiamente, giocando sui vizi e lazzi dell’italiano che lo rappresenta.
“One Burin Show”, in scena in questi giorni al Teatro Tirso De Molina, è un monologo variegato che mostra il lato genuino di Martufello senza trucco e senza inganno. La sua verve spazia dal Sindaco Marino e i matrimoni gay, alle partenze intelligenti degli italiani ad Agosto, fino a toccare il suo privato, quello di scapolone, sposato una sola volta ma per sbaglio, allergico alle unioni, ma non alle donne, contrario a tutto ciò che non è trasparente, come un buon campagnolo che non ritrova la strada di casa.
Eppure Martufello la casa ce l’ha ed è il teatro, in questo luogo dove tutto è possibile lui non conosce limiti e si allarga a macchia d’olio per far ridere il pubblico, ormai avvezzo simpaticamente alle sue barzellette che si trasformano in storie di vita improbabili.
Lo spettatore si ritrova così a tu per tu con un amico, un parente venuto dalla provincia, mai completamente ambientato in una Roma confusa e dialetticamente chiassosa, troppo rumena e troppo mafiosa per rendere giustizia alla sua bellezza.
Certo il debutto porta emozione e sull’interprete i segni dell’incertezza a volte si leggono, ma lui da grande professionista si avvale di un leggio e riprende il punto della situazione e i racconti riaffiorano nella dialettica mordace del comico e attore.
Uno spettacolo che dimostra quanto Martufello sia capace di regalare momenti esilaranti giocando sul suo ruolo spontaneo, che è il biglietto da visita in tanti anni di onorata carriera.
Il testo scritto e diretto da Pier Francesco Pingitore, è costruito alla perfezione su un artista tenuto a battesimo tanti anni fa e che continua ad essere uno dei suoi pupilli preferiti. Da vedere. Fino al 26 aprile.

 

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