Al Salone Margherita: “La grande risata”

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Di Paola Aspri

Le feste natalizie in compagnia de “La grande risata”. Una risata che accoglie gli amanti della satira politica e i fan di Pier Francesco Pingitore, tornato al Salone Margherita con l’entusiasmo dei tempi trascorsi. Un passato che risulta essere di gradimento ancora oggi con una squadra che si rinnova, ma tiene con sé i più importanti e bravi artisti del talent scout Ninni Pingitore. A tenere in vita la tradizione c’è la evergreen Pamela Prati, una primadonna a cui il tempo non sembra mai trascorso. All’età di 56 anni balla, recita e si muove come una giovane artista, con la professionalità di una veterana del palcoscenico che non teme i confronti.

La formula dello spettacolo del maestro Ninni è la collaudata confezione artistica di un tempo, rinverdita dalle ultime catastrofiche realtà del Bel Paese. Un grande Martufello riesce ancora a tenere testa a comici di nuova generazione che non hanno la verve e la genuina generosità del presenziatore del Bagaglino a cui Pingitore lascia l’arduo compito di cantastorie e di narratore del passato. Martufello si fa relatore del glorioso successo degli spettacoli del Bagaglino, attraverso i filmati di repertorio con tutti gli interpreti  rimasti ancorati al carro del mentore e, quelli che sono prematuramente scomparsi o che hanno preso altre strade artistiche. A Mario Zamma l’arduo compito di regalare uno spaccato dei nostri giorni con la parodia di Beppe Grillo sempre in lite e in polemica con Matteo Renzi, interpretato da un sorprendente Demo Mura. Ma a deliziare il pubblico anche Carlo Frisi, specializzato nel caratterizzare i papi di tutte le epoche e a prendere le vesti attuali di Papa Francesco. Inoltre Maria Elena Boschi, interpretata da Manuela Zero mette in luce le doti più fisiche che intellettuali di un ministro caro al Toscanaccio Renzi.

La numero uno rimane sempre Pamela Prati che riempie il palcoscenico con la sua presenza scenica che non ha bisogno di virtuosismi particolari, ma di una fisicità accompagnata dalla attenta regia di Pingitore, un regista che tiene le fila di uno spettacolo che è un work in progress, dove tutto è rivedibile, tranne la bellezza femminile, un vero punto di attrattiva per i sogni proibiti degli italiani. A concludere in bellezza  la squadra ci pensano Piero e Francesco Pintucci, Maurizio Tognalini per le scene e i costumi e Evelyn Hanack per le coreografie. Si replica fino al 6 gennaio.

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