Questa sera su 20 Mediaset va in onda “Warcraft – L’inizio”, per la regia di Duncan Jones. con Travis Fimmel, Paula Patton, Ben Foster, Dominic Cooper, Toby Kebbell, Ben Schnetzer. In Italia al Box Office Warcraft – L’inizio ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 3,5 milioni di euro e 1,8 milioni di euro nel primo weekend.
Il regno di Azeroth vive in pace da anni, sotto il governo benevolo dell’umano Re Llane e di sua moglie – sorella del più fido guerriero del re, Lothar – e sotto la protezione del concilio del Kirin Tor e di Medivh, Guardiano del regno e suo mago più potente.Ora, però, Azeroth è pericolosamente minacciato dall’invasione, attraverso un oscuro portale, degli orchi di Draenor, brutali creature nate per combattere e comandate dal crudele sciamano Gul’dan.
Tra loro, solo Durotan, amato e rispettato leader del Clan dei Lupi Bianchi, è disposto a mettersi contro il tiranno per porre fine al suo delirio di distruzione. Ad ogni costo. Anche se per farlo dovrà cercare l’alleanza degli uomini.
I numeri degli umani che, dal momento del lancio, hanno comprato il software e aperto un account per entrare nel “World of Warcraft“, nelle sue prime e successive uscite, è strabiliante: una moltitudine difficile da visualizzare, esattamente come l’orda di orchi del film, e un fenomeno con radici multiple, legato a sua volta ad un universo di pensiero di diviso in due e zeppo di pregiudizi.
Il film giunge come risposta universale: nel buio della sala si potranno sedere gli uni e gli altri, spettatori di ogni età, giocatori virtuali e fini biblisti (il figlio di Durotan viene messo dalla madre in una cesta e affidato alla corrente proprio come Mosè, in attesa di rivestire un ruolo fondamentale nel prossimo capitolo della saga), riuniti e pacificati nel nome del fantasy e della sua natura potentemente allegorica.
Gli orchi che si affollano all’entrata del portale magico per l’altro mondo, dopo che il loro è stato raso al suolo dalla politica di un dittatore assetato di sangue e potere, sono infatti personaggi dell’oggi e di sempre, che le magie grafiche della ILM e gli occhialini 3D permettono di vedere in più dimensioni: da lontano come branco indistinto, preda di tradizioni tribali e rumorose, e da vicino, come esseri più che mai antropomorfi, la cui etica è spesso più solida di quella degli uomini stessi.
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