“Dario Cassini, un professore che tormenta le donne”

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di Paola Aspri

Il Professor Rimorchio”, è diventato un cult teatrale per Dario Cassini che agguanta la scena sempre parlando di donne e fustigandole con parole ironicamente devastanti. E’ il suo modo di fare comicità spostando il tormentone verso l’universo femminile, fonte di problemi non indifferenti per l’uomo fino in tenera età, quando il picco massimo della sessualità tra gli 11 e i 13 anni porta il maschietto in crescita ad essere guardato come uno sputo dall’oggetto del suo desiderio. 11659330_855868921165503_2135927141487389472_nEbbene Cassini, andato in scena ieri all’Ombra del Colosseo, non si risparmia nonostante il caldo devastante.  Giocando ad essere un professore di arti seduttive, promette di portare il maschio al primo bacio per poi lasciarlo andare al suo destino di vittima sacrificale della donna, che anche al primo appuntamento elargisce perle di saggezza senza crederci fino in fondo. Fa presa il suo modo di attaccare sul palcoscenico, anche se prende di mira noi donne, ma questo è lo scotto da pagare per vedere uno spettacolo di Cassini, sempre pronto a provocare e a dare il peggio di sé, che è anche il meglio di sé. Ogni comico ha la sua specialità, quella di incalzare su un argomento che reputa accattivante per la platea e Dario ci denuncia e allo stesso tempo ci mette sul piedistallo, mostrandoci come l’elemento tuonante e trainante della coppia. La novità più allettante è che Cassini diventerà papà a dicembre, ancora non si sa il segno, perché potrebbe essere sagittario o capricorno, ma quello che è certo e che sarà un maschietto, speriamo solo che non  prenda l’aria polemica del padre, due in famiglia sarebbero troppi per la sua compagna di vita.

 

“Mi hanno rimasto solo”, in scena alla Terrazza delle Arti

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Di Paola Aspri

“Mi hanno rimasto solo” in scena fino a stasera alla Terrazza delle Arti al Palazzo dei Congressi, è uno spettacolo collaudatissimo, che Michele La Ginestra porta come fiore all’occhiello del suo repertorio teatrale. L’attore romano, Direttore Artistico del teatro 7, è ormai un veterano della scena e ne conosce i trucchi e i segreti, mostrando così una padronanza del palcoscenico e delle sue funzioni di attrattiva sul pubblico.
Sono dieci anni che La Ginestra circuita con successo questo suo gioiello di scrittura e che guida registicamente con padronanza. Il pubblico gradisce rivederlo più volte come un vademecum della romanità. L’interprete inizia con un omaggio a Petrolini, di cui ne vanta le qualità dialettiche e trasformistiche, fino a toccare caratteri come il calciatore Meniconi, all’uomo che ha l’olfatto sviluppato e sente le puzze di una umanità sempre più alla deriva fisico-mentale, per raggiungere l’apice con Don Michele, un personaggio diventato cult per La Ginestra, portato alla ribalta di Zelig. Ad accompagnarlo in questo viaggio dal trascorso al presente le voci meravigliose di Alessia Lineri, Irene Morelli e Alessandra Fineo, accompagnate dal maestro Paolo Tagliapietra che fanno da intermezzo musicale alle incursioni comicali del valente attore.
Non si risparmia mai Michele La Ginestra, si dona senza indugio ad una platea che ha voglia delle sue battute e del suo girovagare tra una situazione e l’altra come un pionieristico viaggiatore alla ricerca dell’io. Il gioco scenico riesce totalmente e anche quando smette i panni del ridente interprete e si veste di malinconia, ricordando un suo momento personale, riesce a convincere e a commuovere, regalandoci un attimo che appartiene ad ognuno di noi.
Michele La Ginestra non è l’uomo che entra ogni giorno nelle case convincendoci a comprare la pasta De Cecco, ma è l’attore che mostra la sua verità, giocando con varie parti in commedia, apparendo nel finale come un Pierrot moderno con la lacrimuccia. Il colpo di teatro per La Ginestra è essere se stesso senza filtri mediatici, anche se la pubblicità fa audience, ma quello è un altro capitolo che non ha niente a che fare con il Michele che vestì Rugantino a fianco di Sabrina Ferilli e quello attuale tutto da vivere. Da vedere.