Al Teatro Ghione: “Arsenico e Vecchi Merletti”

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Di Paola Aspri

Portare in scena “Arsenico e vecchi merletti” non è cosa da poco, perché tutti ricordano l’interpretazione vivace e dinoccolata di Cary Grant nel cult cinematografico del 1944,  diretto da Frank Capra, film che è tra i primi cento della storia del cinema e si fregia di tanti commenti positivi del pubblico e dei critici di tutte le epoche. Ora la trasposizione teatrale di Joseph Kesselring è portata alla ribalta da Giancarlo Marinelli che si avvale di due grandi del boccascena come, Paola Quattrini e Ivana Monti per dare una connotazione di noir fiabesco alla storia. Le due zie, Abby e Martha che aiutano a morire gli esseri umani a cui manca ogni speranza per andare avanti nella vita, sono la ciliegina sulla torta di un racconto scenico che vive di colpi di scena surreali e paradossali con personaggi che sembrano usciti da una fiaba nera. Le due assassine  vivono insieme al nipote picchiatello Teddy che si crede di essere il Presidente Roosvelt e che è complice delle malefatte delle donne occultando i cadaveri.  L’arrivo del nipote Mortimer che vuole rendere le zie partecipi del suo matrimonio con Elaine,  renderà tutto più difficile. Il nipote scoperte le malefatte delle donne si convincerà a far internare Teddy per porre fine alla pazzia delle ziette, ma sopraggiunge Johnatan, l’altro nipote, un pluriomicida che ha il volto segnato dagli innumerevoli interventi di chirurgia facciale. Il finale è un colpo di scena che denuncia la follia estrema dei personaggi raccontati con l’humour nero di matrice inglese che assolve qualsiasi punto di vista estremo. Niente da dire sulla messinscena che è assolutamente in linea con la commedia originale, accompagnata da una magnifica scenografia fabulistica che ben si adatta al vivere delle due zie, avulse dalla realtà e con una visione comportamentale naif. Paola Quattrini e Ivana Monti sono eccezionali nel dare vita a personaggi sopra le righe, particolarmente eccentrici, sia nel modo di apparire e di muoversi. Sergio Muniz è un elegante e divertente Mortimer Brewster, con un accento spagnolo e un fascino a cui gli si perdona qualche piccola defaillance recitativa. Andrea Cavatorta, Paolo Perinelli, Serena Marinelli, Peppe Bisogno, Francesco Marinelli e Paolo Lorimer sono bravi nel caratterizzare caratteri, usciti da una caotica dimensione del vivere. Da vedere. Si replica al Teatro Ghione fino al 10 gennaio.