Sergio Assisi racconta la sua città in “A Napoli non piove mai”

A Napoli non piove mai di Sergio Assisi
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Di Paola Aspri

A Napoli non piove mai” è l’opera prima di Sergio Assisi e potrebbe non essere l’ultima dato l’impegno, lo sforzo produttivo e il risultato finale che lo fa apparire come un gioiellino in un’epoca di brutture e falsi miti.

Il film in uscita il 1 ottobre pone l’accento su una Napoli bella, solare, a volte sgarrupata, ma sempre in grado di riprendersi, come i suoi abitanti, afflitti dalla leggerezza dell’essere, ma non dalla superficialità.

Sabrina Ferilli e Sergio Assisi in 'Rimbocchiamoci le maniche'

Sabrina Ferilli e Sergio Assisi nella serie tv ‘Rimbocchiamoci le maniche’

Sergio Assisi che rimane l’idolo delle donne per la serie “Capri”, nonostante abbia fatto tante altre cose (tra cui l’imminente serie tv “ ”, per la regia di Stefano Reali, a fianco di Sabrina Ferilli), dimostra in questo film talento registico, attoriale e autorale, tre cose insieme che diventano una rivelazione per chi non conosceva il vero Assisi, quello non televisivo, ma impegnato, capace di raccontare una storia filmica di tradizione, con rimandi ad un cinema d’autore, come quello di De Sica (“Miracolo a Milano, L’Oro di Napoli”, potrebbero avere delle similitudini o quantomeno connotazioni con i caratteri). Il film racconta la storia di Barnaba, un vero e proprio sognatore, che ha studiato giurisprudenza ma non vuole fare lo stesso percorso paterno, ma il fotografo. Il rispetto delle regole familiari non fa per lui, è un artista a tutto tondo che gira per la sua Napoli alla ricerca di emozioni fotografiche, fino a quando decide di lasciare la famiglia e di mettersi in proprio, ma con quale soldi, se è così difficile fare l’artista? “Chi ha un sogno per Barnaba deve essere un esempio a chi non ne ha più” e allora nel suo girovagare alla ricerca di una concretezza economica per tirare avanti, incontra una restauratrice bella, venuta dal Nord che ha la sindrome di Stendhal e sogna anche lei di cambiare l’esistenza rendendola diversa come i suoi restauri, un depresso cronico, come Jacopo che è vittima della sindrome dell’abbandono. Una vicenda anche surreale, una favola, com’è nella tradizione partenopea, dove tutto diventa possibil
e, anche l’impossibile. Non è la Napoli da cartolina, neanche quella drammatica di Saviano, è quella antica, piena di generose esternazioni, tradizionalista e capace di ironizzare sui suoi vizi e sulle tradizioni. Sergio Assisi ha saputo raccontare la solarità del suo popolo, mette11215855_10206586014002909_5565891581326859484_nndo insieme tanti attori teatrali e non, da Ernesto Lama, Nunzia Schiano, Giuseppe Cantore, Giancarlo Ratti, Eliana Miglio, Luigi Di Fiore, Sergio Solli, Antonella Morea, Adelmo Togliani, Massimo Andrei, Magdalena Grochowska, Gaetano Amato, Benedetto Casillo, Antonella Romano, Lucio Caizzi, Francesco Paolantoni e Laura Schettino.

Una menzione particolare merita Valentina Corti, nel ruolo di
Sonia
, una giovane attrice, capace di regalare la purezza e il candore di un perso
naggio idealista, pieno di sfaccettature, complementare alla figura di Sergio Assisi, che incarna Barnaba un uomo affetto dalla sindrome di Peter Pan. Da vedere.

“Enzo Iacchetti, Direttore Artistico del Salone Margherita con una stagione di risate”

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Di Paola Aspri

Passato glorioso quello del Salone Margherita, quando Ninni Pingitore apriva i battenti al teatro e alla televisione con le sue primedonne e faceva sognare tanti italiani, ingelosendo le mogli che non potevano competere con cotanta bellezza.

Il presente ora è Enzo Iacchetti che coinvolto da Nevio Schiavone, produttore di spettacoli dal vivo tra i più gettonati in Italia, è diventato direttore artistico, promuovendo “Il progetto di rilancio” con

una nuova realtà più comicale. Enzino non tradisce il trascorso di bellezza e umorismo dialettico che contraddistingueva il Teatro di Via Due Macelli.

A spalleggiare le attività del conduttore di “Striscia la notizia”, Demo Mura, attore e autore di televisione di intrattenimento.

Non facendo torto alla verve e all’inventiva del politichese alla maniera di Pingitore, Iacchetti apre la stagione con “La grande risata”, targato Ninni, ma la partenza è avviata per dicembre, prima si darà vita ogni lunedi al Burlesque Cafè che riporta ai fasti del teatro, mettendo in prima linea donne bellissime che vivono atmosfere vintage, tutto questo in collaborazione con il Micca Club.

Tanti sono gli appuntamenti  da godere sotto la lente di ingrandimento di Enzo Iacchetti a cui non sfugge niente, neanche quello di mettere a confronto personaggi noti e meno noti, per rendere variabile ciò che altri reputano impossibile. Tra i noti, Giobbe Covatta con “Sei gradi”, Sasà Salvaggio, comico siciliano che sbarca direttamente da “Striscia la notizia” con “I primi 20 anni”, Francesco Paolantoni e Stefano Sarcinelli con “Il numero uno”, Leonardo Manera con “Segnali di vita”. Non mancano figli d’arte come Giovanni Baglioni che in concerto porterà sul palco musica totalmente avulsa da quella di un padre cantautore e melodico. Tra i meno noti le scemette con “Ci vuole un fisico intelligente”, anche se provengono dal palco di Zelig Cabaret, “I Ditelo voi” con “Komikaze”, direttamente da Made in Sud e da Colorado. Insomma ce n’e per tutti i gusti ed è il caso di dire per ogni palato, proprio perché ad ogni spettacolo è abbinato il virtuosismo culinario di Leonardo Vescera, chef stellato che inventerà un piatto per ogni esibizione artistica. Costi modici, cena abbinata ad uno spettacolo divertente, renderanno più appetibile l’offerta capitolina. Da non dimenticare la formazione, messa in atto dall’incontro del Salone Margherita con “Big J Academy” una scuola dedicata a chi intende specializzarsi nelle arti e professioni radiotelevisive. Il Salone Formazione è un luogo per i giovani talenti che attraverso corsi di recitazione, dizione e regia si metteranno in luce collocandosi nella cornice storica del Salone Margherita. Non è facile tenere testa alle idee di Enzo Iacchetti promotore dei giovani e talentuosi talenti, che una ne fa e cento ne pensa, ma ben vengano persone capaci di osare e investire le proprie risorse economiche per dare lavoro a chi merita. Insomma per un Riccardo Muti che snobba la capitale, lasciando la direzione del Teatro dell’Opera, c’è un nordista che sposa il confuso ma attraente fare spettacolo nella Roma spogliata.

Ecco l’intervista adn Enzo Iacchetti il giorno della presentazione della stagione del Salone Margherita