Al Teatro Sette “Le Bisbetiche Stremate”

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Il Teatro Sette si tinge di Bisbetiche, ma non sono quelle shakespeariane, ma bensì quelle scritte per l’occasione da Giulia Ricciardi che ne interpreta anche una parte insieme a Federica Cifola e Beatrice Fazi. Continua a leggere

La nuova stagione 2016/17 del Teatro Sette si apre con nomi di spicco

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Cartellone teatrale 2016/17 con nomi eccellenti quello del Teatro Sette. Il merito è anche del pubblico che ha aderito in massa lo scorso anno alla programmazione teatrale del piccolo e accogliente teatro di Via Benevento.

Il Direttore Artistico, Michele La Ginestra, che abbiamo visto da poco nel ruolo dell’ex marito di Nancy Brilli in “Matrimoni e altre follie”, è soddisfattissimo del risultato ottenuto. Mille abbonamenti la scorsa stagione fanno sperare in qualcosa di ancora più ragguardevole quest’anno. La formula è sempre la stessa mettere in scena degli spettacoli che hanno un facile ascolto e facciano sorridere senza scadere nella volgarità.  Dal 20 al 25 settembre vanno in scena I bugiardini con “B.L.U.E.” (Musical completamente improvvisato), per la regia di Fabrizio Lionello, una improvvisazione teatrale dove interagiscono attori, cantanti, compositori e ballerini.

Dal 27 settembre al 9 ottobre è la volta di “Claustrofobia” di Gianni Quinto con Gabriele Carbotti, Fabrizio D’Alessio e Andrea Dianetti, per la regia di Alberto Ferrari.

Dall’11 al 16 ottobre va in scena “Prendo a prestito tua moglie”, scritto e diretto da Luca Franco con Roberta Scardola, Daniele Locci, Marco Russo, Filippo Lavastro, Emiliano Lana e Monica Falconi.

Una gradita presenza è quella di Massimo Wertmuller che è in cartellone con “Il pellegrino” dal 18 al 30 ottobre. L’attore porta in scena 26 personaggi della storia. Il testo è scritto e diretto da Pierpaolo Palladino. Dall’ 1 al 7 novembre è la volta di Marco Zadra con “Ladri di battute”, una miscela esplosiva di gags, battute e momenti surreali. Il testo è scritto e diretto dallo stesso Zadra.

Dal 29 novembre al 23 dicembre Marco Falaguasta, insieme a Marco Ruggiero e Marco Fiorini sono in scena con “Come tre aringhe”, scritto da Marco Falaguasta e Mauro Graiano.

Michele La Ginestra e Sergio Zecca sono gli interpreti di “Due di notte” dal 27 dicembre al 22 gennaio. Una commedia scritta da Massimiliano Bruno, Sergio Zecca e Michele La Ginestra che racconta di due conduttori della radio “Green Dimension Sound” che sono costretti a lavorare anche in un giorno di festa. La regia è a quattro mani.

Dal 24 gennaio al 12 febbraio vanno in scena “Le bisbetiche stremate” di Giulia Ricciardi con Federica Cifola, Beatrice Fazi e Giulia Ricciardi.

Dal 14 al 26 febbraio è Andrea Perrozzi e Alessandro Salvatori a salire sul palcoscenico con “Io non posso entrare” di Manuela D’Angelo, un universo dove l’immaginazione e la realtà si fondono dando vita a dialoghi cinico-comici.

Dal 28 febbraio al 19 marzo, Nicola Pistoia è in “Cose popolari” di Nicola Pistoia, Francesco Stella e Ariele Vincenti, per la regia di Nicola Pistoia.

Dal 21 marzo al 2 aprile Gianni Ferreri e Daniela Morozzi sono in cartellone con “Chiamalo ancora amore”, per la regia di Toni Fornari.

Federica Cifola porta “M’amma…zzo… e ritorno” dal 4 al 13 aprile.

Dal 18 al 30 aprile Greg è in “L’accendino magico”, un testo scritto da Riccardo Graziosi, per la regia di Claudio Gregori.

La stagione finisce con “Un per cento” dal 2 al 14 maggio con Fabio Avaro e Enzo Casertano, testo di Francesco Stella, per la regia di Francesco Apolloni.

“Mi hanno rimasto solo”, in scena alla Terrazza delle Arti

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Di Paola Aspri

“Mi hanno rimasto solo” in scena fino a stasera alla Terrazza delle Arti al Palazzo dei Congressi, è uno spettacolo collaudatissimo, che Michele La Ginestra porta come fiore all’occhiello del suo repertorio teatrale. L’attore romano, Direttore Artistico del teatro 7, è ormai un veterano della scena e ne conosce i trucchi e i segreti, mostrando così una padronanza del palcoscenico e delle sue funzioni di attrattiva sul pubblico.
Sono dieci anni che La Ginestra circuita con successo questo suo gioiello di scrittura e che guida registicamente con padronanza. Il pubblico gradisce rivederlo più volte come un vademecum della romanità. L’interprete inizia con un omaggio a Petrolini, di cui ne vanta le qualità dialettiche e trasformistiche, fino a toccare caratteri come il calciatore Meniconi, all’uomo che ha l’olfatto sviluppato e sente le puzze di una umanità sempre più alla deriva fisico-mentale, per raggiungere l’apice con Don Michele, un personaggio diventato cult per La Ginestra, portato alla ribalta di Zelig. Ad accompagnarlo in questo viaggio dal trascorso al presente le voci meravigliose di Alessia Lineri, Irene Morelli e Alessandra Fineo, accompagnate dal maestro Paolo Tagliapietra che fanno da intermezzo musicale alle incursioni comicali del valente attore.
Non si risparmia mai Michele La Ginestra, si dona senza indugio ad una platea che ha voglia delle sue battute e del suo girovagare tra una situazione e l’altra come un pionieristico viaggiatore alla ricerca dell’io. Il gioco scenico riesce totalmente e anche quando smette i panni del ridente interprete e si veste di malinconia, ricordando un suo momento personale, riesce a convincere e a commuovere, regalandoci un attimo che appartiene ad ognuno di noi.
Michele La Ginestra non è l’uomo che entra ogni giorno nelle case convincendoci a comprare la pasta De Cecco, ma è l’attore che mostra la sua verità, giocando con varie parti in commedia, apparendo nel finale come un Pierrot moderno con la lacrimuccia. Il colpo di teatro per La Ginestra è essere se stesso senza filtri mediatici, anche se la pubblicità fa audience, ma quello è un altro capitolo che non ha niente a che fare con il Michele che vestì Rugantino a fianco di Sabrina Ferilli e quello attuale tutto da vivere. Da vedere.