Passengers | questa sera su Sky Cinema Romance

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Questa sera su Sky Cinema Romance va in onda “Passengers”, per la regia di Morten Tyldum con Jennifer Lawrence, Chris Pratt, Michael Sheen, Laurence Fishburne, Inder Kumar. In Italia al Box Office Passengers ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 5,1 milioni di euro e 1,5 milioni di euro nel primo weekend.

A bordo della nave stellare Avalon si sta compiendo la più grande migrazione di massa dalla Terra verso una colonia tutta da costruire ed abitare, su un nuovo pianeta, Homestead II. Cinquemila persone viaggiano addormentate in capsule all’avanguardia. Durante lo scontro con un meteorite, però, la nave riporta un incidente imprevisto e una capsula si sblocca. Jim si sveglia, così, con novanta anni di anticipo sulla data prevista. Poi è la volta di Aurora. Soli, senza alcuna possibilità di tornare indietro, i due sono condannati a finire la loro vita sulla Avalon. Ma la nave va in avaria e a rischiare la vita ora sono molti di più. Le coordinate spaziali di  Passengers sembrano situarsi da qualche parte tra Wall-E Gravity, in un luogo in cui il tempo ha compiuto il suo giro e il futuro è un ritorno alla coppia adamitica e ripone la sua nuova speranza in una fogliolina, emblema della superiorità dell’organico, per quanto fragile e mortale, sull’inanimato. Chi segue questa rotta troverà un film confezionato per non scontentare alcuno, e destinato, dunque, a non entusiasmare nessuno.
Noiosetto come una crociera extra lusso una volta che si sono già esplorati e sperimentati tutti gli ambienti, questo film non riesce a mantenere il livello d’interesse destato dal primo colpo di scena (prevedibile ma comunque intrigante, un bell’interrogativo morale) e deve aggrapparsi agli appigli offerti dai luoghi comuni del genere, per riprendere l’afflato filosofico solo nel finale, in maniera ben più sbrigativa e superficiale. Nonostante le prodezze tecniche e la bellezza sporadica ma reale di certe scene, come quella della mancanza di gravità nella piscina, il film di Tyldum va preso col sorriso sulle labbra, raccomandando occhi e cervello alla leggerezza. Altrimenti, troppi sono i punti che non tornano e a dir poco ridicoli appaiono i costumi e gli ambienti. Meglio vedere la nave-prigione come una metafora del matrimonio, con le sue abitudini e i suoi dubbi amletici, gli scherzi del destino e la possibilità salvavita di darsi al giardinaggio.

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