Remember di Atom Egoyan | questa sera su Rai 5

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Questa sera su Rai 5 va in onda “Remember”, per la regia di Atom Egoyan con Christopher Plummer, Martin Landau, Bruno Ganz, Jürgen Prochnow, Heinz Lieven

Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Remember ha incassato 591 mila euro.

Zev Guttman, ebreo affetto da demenza senile, è ricoverato in una clinica privata con Max, con cui ha condiviso un passato tragico e l’orrore di Auschwitz. Max, costretto sulla sedia a rotelle, chiede a Zev di vendicarli e di vendicare le rispettive famiglie cercando il loro aguzzino, arrivato settant’anni prima in America e riparato sotto falso nome. Confuso dalla senilità ma determinato dal dolore, Zev riemerge dallo smarrimento leggendo la lettera di Max, che pianifica il suo viaggio illustrandone i passaggi. Quattro le identità da verificare, uno il colpo in canna per chiudere una volta per tutte col passato. Tra America e Canada, Zev troverà il suo ‘nazista’ e con lui una sconvolgente epifania.C’è stato un tempo (lontano) in cui il nome di Atom Egoyan risuonava come la promessa di un cinema ‘deragliante’. Un cinema di resistenza e devianza contro i dettami della società nord-americana e contro quelli dell’industria cinematografica hollywoodiana. Negli ultimi anni invece l’autore canadese, indeciso tra Hollywood e indipendenza, ha faticato a trovare il suo posto, a rintracciare il suo sguardo precursore e la cerebralità glaciale sotto cui coltivava l’emozione e faceva di quell’emozione un vero e proprio campo di tensione. Tuttavia Remember riemerge a sorpresa la sua identità canadese e le sue ambizioni artistiche, infilando, dopo quello di Felicia, un altro viaggio straordinario. Quello di un sopravvissuto alla Shoah che soffre di demenza senile, che vorrebbe vendicare il suo passato, che intraprende il viaggio e dimentica regolarmente perché lo ha intrapreso.Remember ribadisce gli elementi tipici del cinema di Egoyan, a partire dalla sua attenzione per la struttura (a puzzle o a labirinto). Una struttura che produce un’abile premessa smentita poi dall’epilogo, lasciando lo spettatore solo col suo desiderio di coerenza. Perché una parola e un’immagine interrompono improvvisamente il processo di costruzione di senso, invalidando il lavoro compiuto e innescando un movimento di rivalutazione della vicenda che annuncia qualcosa fino a quel momento impensabile. Impossibile dire meglio e di più senza togliere allo spettatore il piacere frustrante (e frustrato) di una manifestazione inattesa.

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