A Natale mi sposo | questa sera su Cine34

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Questa sera su Cine34 va in onda “A Natale mi sposo”, per la regia di Paolo Costella con Massimo Boldi, Vincenzo Salemme, Nancy Brilli, Enzo Salvi, Massimo Ceccherini, Elisabetta Canalis. In Italia al Box Office A Natale mi sposo ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 8,2 milioni di euro e 2,4 milioni di euro nel primo weekend

Gustavo è un cuoco milanese a Roma. Padre di un adolescente che coltiva il sogno di un amore impossibile, Gustavo viene scambiato per un celebre chef e invitato a organizzare a St. Moritz un sofisticato pranzo di nozze. Il matrimonio però “non s’ha da fare” perché Fabio, figlio di Gustavo, è invaghito da sempre di Chris, sposina promessa per interessi paterni alla prole ottusa di un ricco banchiere svizzero. Figlia di uno scrittore dozzinale e di una madre burina, Chris ricambia il sentimento di Fabio ed è decisa a fuggire con lui. Li favoriscono o li boicottano una messe di personaggi naif e disgraziati che infilano battutacce e praticano la trivialità.

Da troppi anni i cinepanettoni mostrano la corda. Esaurita ogni pretesa di originalità, figuriamoci di messaggio o di relazione col presente storico, arrivano ogni anno puntuali come il Natale e in alcuni casi, ed è questo il caso, addirittura fuori sincronia con la festività natalizia, dichiarata comunque nel titolo. Combinando matrimonio e Natale Massimo Boldi e Medusa bruciano i competitor stagionali e irrompono in sala con una commedia alla potenza che prevede al solito quote geografiche, dialettali e televisive incarnate in disordinato ordine di apparizione da Salemme, Ceccherini, Salvi, Mannino, Canalis.

Fuori dal tempo e per questo riproponibili in eterno i personaggi dei cinepanettoni (ri)propongono un copione già vecchio e uno script logorato dalla consuetudine. A Natale mi sposo prova a respirare aria fresca trasferendosi in montagna e inserendo nel refrain comico un’idea mocciosa e sentimentale che avvii il carrozzone e seduca lungo la strada i giovanissimi. Ma variando (minimamente) l’entità e l’ordine degli addendi capocomico e gregari realizzano comunque la medesima e intrucidita somma finale, che contempla irriducibile tette e culi, puzze e rutti.

La trama sentimentale, sostenuta dall’interpretazione inconsistente di Lucrezia Piaggio e Jacopo Sarno, si impantana quasi subito nel disinteresse dello spettatore, mentre i comici che fanno corona e colore procedono ciascuno per conto loro, prigionieri delle nevi e dei nefasti collassi della stupidità cinematografica.

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