Il libro della giungla | questa sera su Canale 5

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Questa sera su Canale 5 va in onda in prima tv “Il libro della giungla”, per la regia di Jon Favreau con Idris Elba, Scarlett Johansson, Lupita Nyong’o, Christopher Walken, Giancarlo Esposito.

Il cucciolo d’uomo Mowgli è cresciuto con il branco di lupi di Akela e mamma Raksha, nel rispetto della legge della Giungla. Al termine della tregua dell’acqua, però, la tigre Shere Khan torna a cercarlo: lei non ha rispetto del territorio altrui e finché non avrà Mowgli tutti i lupi saranno in pericolo. Il bambino decide allora di lasciare il branco, per proteggerlo, e la pantera Bagheera, che per prima lo portò ai lupi quando era piccolissimo, s’impegna a condurlo là da dove è venuto: al villaggio degli uomini. Il viaggio per arrivare a destinazione è quello per diventare uomo, o accettarsi tale, e passa, per Mowgli, dalla conoscenza di altre specie animali e dalla vita in compagnia dell’orso Baloo, goloso e giocherellone: la metà morbida della coppia genitoriale che forma con Bagheera, più ansioso e normativo, e che fa del Libro della Giungla una splendida storia di famiglia ricomposta. Nell’interesse del dialogo tra novità e riprese, dunque, sta la maggior efficacia del film, che, se sul visivo gioca di sorprese forti e di dimensioni rivedute e distorte, sul copione opera in punta di dita, rinunciando agli avvoltoi per la scena dei bufali, ritoccando l’incontro con Baloo e il personaggio di Kaa, ma sempre entro i limiti, riportandoci ogni volta, al termine della scena, ad un’immagine nota. Così procedendo, si arriva al finale, che dice la sua (rispetto al precedente Disney ma non al libro, che ha una struttura e una temporalità differenti) quando siamo infine pronti per accogliere lo scarto, e interpreta, con arguzia, un desiderio comune a tante generazioni. Il giovane Neel Sethi, protagonista di una lavorazione avventurosa e fantasiosa tanto quanto l’oggetto del racconto, fatta di set in parte reali e in parte digitali, di attori in tute mo-cap in posa da animale e di enormi burattini parlanti tutti impegnati a non lasciarlo solo nell’impresa recitativa, è il volto perfetto per questo romanzo di formazione materiale e spirituale, che si affianca al film d’animazione senza sostituirlo, replicando la formula recente e fortunata della Cenerentola di Branagh.

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