“Una donna per amico”, in scena al Teatro Delle Muse

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Il teatro è lo specchio della società e anche in una rappresentazione, dove l’ironia è la protagonista assoluta, ci può essere la malinconica consapevolezza che quello che si vive è una continua ricerca della felicità. In “Una donna per amico”, in scena al Teatro delle Muse, scritto da Luca Giacomozzi, Marisa, interpretata da una strepitosa Luciana Frazzetto, è una donna che si è abituata alla sua solitudine, al suo eremitaggio dalla realtà. Il divano è il suo tutto, dove passa le giornate a sognare qualcosa di diverso. Una vincita al gioco, anni prima le aveva dato una sicurezza economica, facendole perdere gli affetti più cari. Il riscatto per Marisa è rappresentato da una agenzia di incontri e dalla illusione che possa arrivarle a casa l’uomo dei suoi sogni. Marisa, però, firma un contratto sbagliato e a bussarle alla porta è una donna che impone il suo ruolo di prodotto richiesto. Francesca si impone in una casa dove non è ben accetta. Il portiere ficcanaso è un protagonista assoluto del caos esistenziale della protagonista, lui vorrebbe sapere chi è quella donna che Marisa non palesa apertamente. Tra divertenti gag e improvvisazioni dialettiche che rendono la commedia più accattivante, si arriva ad apprendere uno spaccato della nostra quotidianità, perché Marisa rappresenta le ingenuità, le indecisioni, le paure e gli adolescenziali fraintendimenti che il più delle volte fanno parte del nostro dna. Luciana Frazzetto è un portento in scena e dinamizza qualsiasi cosa reciti e in questo caso veste il suo ruolo di una malinconia ironia, mettendo a nudo le fragilità sentimentali di una donna di 55 anni. Francesca Milani si traveste anche da uomo coatto per dare vita alle fantasie sessuali e sentimentali di Marisa, alias Frazzetto e la sua parodia è molto televisiva e riesce a convincere pienamente, oltre alle sue performance in versione femminile. Stefano Scaramuzzino nella parte del portiere, deluso dalle aspettative amorose, è efficace e ben si sposa con le straripanti esternazioni delle donne in scena. Il finale è una sorpresa inaspettata con risvolti saffici che ben si addicono alla realtà di oggi. Ogni solitudine può essere colmata, oltre i pregiudizi e oltre le nostre coscienze. La regia di Massimo Milazzo mette equilibrio attori capaci di improvvisare senza sbavature, con una dose di sensibilità per certi argomenti che in un uomo è un valore aggiunto. Si replica fino al 25 marzo.

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