Giorgio Albertazzi porta il suo teatro ideale nell’altra vita. Addio Giorgio non ti dimenticheremo

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Di Paola Aspri

È morto Giorgio Albertazzi, il grande giovane del teatro italiano, lui si che ha avuto il coraggio di osare nella vita, come sul palcoscenico. Ed inoltre non aveva paura della morte, avrebbe voluto morire sulla scena come Molìere, di cui il pubblico non si era accorto del decesso e affermava che la sera del suo congedo dalla vita, recitava male. Un addio che ci lascia l’amaro in bocca, ma 92 anni di esistenza vissuta senza sosta è già un traguardo meraviglioso. Certo per noi pubblico e addetti ai lavori è la perdita di un artista immenso, criticato per la sua istrionicità, ma amato proprio per la sua capacità di essere talentuoso e di sentirsi tale. 10425882_909920055715301_2203032129695873838_nGrande conquistatore del palcoscenico come di donne che hanno costellato la sua esistenza, da Bianca Maria Toccafondi ad Anna Proclemer con cui visse una montagna russa di emozioni, essendo entrambi imprevedibili e fuoriclasse, poi Elisabetta Pozzi, Mariangela D’Abbraccio. Un libertino fino ad età avanzata, ma si era poi riposato sentimentalmente accanto alla moglie Maria Pia Dè Tolomei. Ha 90 anni aveva festeggiato il suo compleanno con un omaggio a Gabriele D’Annunzio, il suo preferito, anch’egli grande libertino. Era nato a Fiesole e della Toscana portava l’ironia. Aveva debuttato con “Troilo e Cressida” di Shakespeare nel 1949 con la regia di Luchino Visconti.  Una carriera che ha spaziato dal cinema alla televisione, da film come “L’anno scorso a Marienbad” a sceneggiati cult come “L’Idiota” e “Jeckyll”.  Tra le sue interpretazioni teatrali di maggiore successo, «Memorie di Adriano» della Yourcenar con la regia di Maurizio Scaparro: uno spettacolo che, da quando debuttò alla Villa Adriana di Tivoli nel 1989, ha raggiunto quasi 1000 repliche, in Italia e all’estero. Ho avuto la fortuna di intervistarlo per “Spettacolandotv” un anno fa per “Il Mercante di Venezia” al Teatro Ghione. L’emozione è stata tanta e sono felice di essere stata una delle ultime ad incontrarlo. Un Maestro di vita e di palcoscenico a cui tutti dovrebbero fare riferimento, unico ed inimitabile. Addio Giorgio, quaggiù ti amano in tanti e lassù ti dedicheranno sicuramente il tuo teatro ideale.

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