Al Teatro degli Audaci: “Una bugia tira l’altra”

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Di Paola Aspri

Si dice sempre che le bugie hanno le gambe corte, ma nel caso di “Una bugia tira l’altra”, i sotterfugi hanno la meglio sulla regolare quotidianità familiare di due coppie che all’apparenza sembrano bastarsi, ma che invece attraverso le scappatelle trovano il modo di sentirsi unici.
La commedia scritta e diretta da Luigi Russo, mette al centro del plot tutte le dinamiche di una trama dai sapori retrò, tra il vaudeville e una scrittura inglese, con una dinamicità attoriale che serve a far decollare pienamente il senso del racconto.
La scena diventa così un luogo dove il gioco scenico ha la meglio, gli interpreti sono impegnati a cambiare registro recitativo in diversi quadri, proprio per il cambio continuo di situazioni generate dalle bugie e dalle continue sorprese in cui i protagonisti incappano.
Ma non è solo la scrittura a farla da padrone, tutti gli attori oltre ad essere in parte si coalizzano per dare vita ad una recitazione corale, dove non esiste il più meritevole.
Nicola Canonico, produttore dello spettacolo sotto l’egida della “Good Mood”, oltre ad aver visto giusto nel traghettare sul palcoscenico una brillante pièce, ha dato vita al personaggio di Giorgio donandogli una carica di simpatia e di giovialità che gli derivano un po’ dalla sua terra campana e dalla sua gestualità e mimica facciale, quando è chiamato in situazioni al limite dell’inverosimile.
Gianni Ferreri è un autentico funambolo del palcoscenico, entra ed esce dal palco in quadri che denunciano la sua condizione di fedigrafo, inventandosi balle di continuo per salvare la faccia con la moglie, interpretata da una vivacissima Annalisa Favetti che contralta con le sue brillanti trovate sceniche. Nathalie Caldonazzo ha il “fisique du rol” della donna bella e elegante, che mostra la sua algida facciata e fa la differenza con il resto del gruppo, evocando un personaggio che non perde occasione di dare la sua stoccata senza scomporsi e senza scendere ad una esteriorizzazione volgare anche quando la finzione la richiederebbe. Cecilia Taddei è bravissima nella rappresentazione della donna oggetto, l’amante di turno che deve trasformarsi in diversi personaggi per coprire i misfatti del fedigrafo Roberto che è ignaro delle sue “corna”.
Non mancano siparietti sexi, dove le donne in scena appaiono in versione hot, un piacere per gli occhi e per denunciare non solo a parole, ma anche a fatti le bugie delle coppie, in odore di scappatelle. Da vedere la prossima stagione, dopo il tutto esaurito al Teatro degli Audaci fino a domenica.

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