Al Teatro della Cometa: “Il più bel secolo della mia vita”

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Di Paola Aspri

Uno spettacolo di denuncia che offre notevoli spunti su come vivere serenamente, pur avendo un passato da dimenticare. La speranza di esistere al di là dalle leggi assurde che in Italia e in Europa portano il cittadino a confrontarsi con l’impossibilità di conoscere la propria maternità. In “Il più bel secolo della mia vita”, è proprio una legge a dare lo spunto agli autori Alessandro Cardani e Luigi Di Capua per raccontare una storia di “N.N.”.

Giovanni e Gustavo sono di due generazioni diverse che hanno in comune il fatto di non avere ritrovato la propria madre naturale, la legge in vigore dà la possibilità ai figli naturali, dopo aver compiuto 100 anni di conoscere l’identità dei  veri genitori. Giovanni, interpretato da Francesco Montanari, è un ragazzo di trent’anni a capo di un’associazione senza scopo di lucro, complice di far ritrovare persone  “N.N.”

Gustavo, (Giorgio Colangeli), prossimo ai 100 anni porta la sua testimonianza con ironia, un sopravvissuto nonostante la sua identità sconosciuta, che mette in discussione il lavoro sociale di Giovanni. Da uno scontro/incontro nasce una grande amicizia che porterà i due a familiarizzare con l’altra parte di sé,  riempiendo il vuoto affettivo del trascorso.

Giovanni sarà una guida per Gustavo, lo condurrà verso la conoscenza della madre in un cimitero, dove il centenario dialogherà con una mamma che può solo vederlo dall’aldilà. Un tema particolare, sviscerato con grande umanità, evitando i facili melodrammi, con un registro tematico, oltre che registico permeato dalla brillanti situazioni e dall’affiatamento attoriale di Montanari e Colangeli, accomunati dalla verve recitativa e dal contrasto caratteriale dei loro personaggi.

Entrambi gli attori provengono da diversi ruoli cinematografici e televisivi.  Francesco Montanari deve il suo successo alla serie televisiva “Romanzo Criminale” nella parte de “Il Libanese”, mentre Giorgio Colangeli per il ruolo di Salvo Lima ne “Il Divo” che gli è valso il David di Donatello nel 2007, insomma una coppia che in teatro è assolutamente efficace e che può essere traghettata anche in situazioni cinematografiche. Nella parte della fidanzata di Giovanni, Maria Gorini, un’attrice che sa ben adattarsi alla comunicazione accesa dei due compagni di scena e a trovare la giusta collocazione per dare una prova recitativa al fulmicotone, con divertenti passaggi dialettici con l’N.N. più stagionato. Da vedere. Si replica fino al 29 marzo.

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