“Al Teatro Sala Umberto: Forbici &Follia”

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Di Paola Aspri

Uscire da un teatro con la consapevolezza di non aver perso il proprio tempo a vedere una pièce che non aggiunge, né toglie niente di nuovo al palcoscenico, è già una grande conquista.

In questo caso con “Forbici & Follia” si aggiunge ad una commedia scoppiettante, un giallo vissuto in diretta con il coinvolgimento continuo degli spettatori.

Uno spettacolo di Bruce Jordan e Marilyn Abrams con la versione italiana di Marco Rampoldi che ha fatto più di 10 milioni di spettatori in tutto il mondo ed è diventato realtà e leggenda nel teatro internazionale. Gli attori lavorano su un canovaccio per poi apportare, ogni sera, delle modifiche adeguate alla platea che assiste ed è coinvolto nella storia.

In un salone di bellezza si svolge il tutto, con un direttore gay che non perde occasione per mettersi in mostra, coccolando con ironia e maniere stravaganti i propri clienti, tra cui una signora chic, un antiquario e un poliziotto, ognuno con le proprie manie, vizi e qualcosa da nascondere.

Al piano di sopra una pianista che fa gola a molti per la propria situazione economica e che improvvisamente è assassinata. Ed è da qui che comincia il giallo vero e proprio, le luci si accendono in sala e i testimoni oculari diventano gli spettatori, interpellati dal palcoscenico dai due poliziotti che incalzano con le domande i clienti e il direttore, nonché la sciampista e fanno riferimento all’attenzione del pubblico per ricostruire i fatti.

Di “Forbici & Follia” sono state viste e recensite tante edizioni, ma questa  ultima per la  regia di Marco Rampoldi, ha tutte le carte in regola per essere una delle migliori, avvalendosi di un gruppo di interpreti che non si risparmiano, evitando di fare degli assolo che nuocerebbero alla coralità della rappresentazione. Ogni attore riporta il suo nome e cognome anche nel personaggio,  così Roberto Ciufoli, attore consumato, si ritrova nei panni di bravissimo direttore gay, che denuncia nelle movenze e nella disinvoltura del parlare, un carisma autentico che lo rende unico. Non da meno Michela Andreozzi, una sciampista coatta che con dialoghi coloriti strappa più volte l’ilarità della platea, facendo la differenza con l’isterico aplomb della brava Barbara Terrinoni, una signora bene con qualche vizietto di troppo. Giusto nella parte Nino Formicola, un antiquario ambiguo e antipatico, spassosi nello svolgimento delle indagini Nini Salerno e Max Pisu, una coppia ineguagliabile di poliziotti che giocano con un pubblico asservito alla legge della scena. Le scene divertenti e adeguate al movimento attoriale sono di Alessandro Chiti.

Da vedere. Si replica al Teatro Sala Umberto fino al 15 febbraio.

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