Al Teatro dè Servi “Crtl Z – Indietro di una mossa”, in un click una scelta di vita felice

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Andare a teatro è un piacere e non un dovere e la pièce andata in scena al Teatro dè Servi il 17 e il 18 settembre riesce a convincere tutti della bontà dell’operazione e del piacere che si prova a vedere un testo e una confezione drammaturgica che diverte e fa riflettere. Continua a leggere

Il Teatro Tirso de Molina apre la sua stagione 2016/17 rispettando la tradizione comica dè noantri e non solo

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Il Teatro Comico di tradizione romana, il Teatro Tirso de Molina apre la sua stagione teatrale 2016/17 con una commedia sprint come “Una fidanzata per papà”, in scena dal 19 al 30 ottobre con Sandra Milo, Angela Melillo, Stefano Antonucci, Savino Zaba, Valentina Paoletti e Moreno Amantini, una commedia che racconta di Federico, un ragazzo di buona famiglia con il vizio del gioco d’azzardo. Intorno al ragazzo tante figure divertenti che cambieranno il corso del suo destino.

Teatro Tirso De Molino conferenza stampa

Dal 3 al 27 novembre va in scena “I sorrisi del portiere”, per la regia di Claudio Boccaccini. Alessio Di Clemente sarà un famoso ètoile, Pablo, che si innamora di una showgirl dilettante, fingendosi di essere un ballerino alle prime armi. Questo è quello che succede in “Come eravamo” dal 7 al 18 dicembre, per la regia di Francesco Bellomo. Dal 18 gennaio al 5 febbraio va in scena Danilo De Santis, Roberta Mastromichele e Piero Scornavacchi con “Quella piccola pazza cosa chiamata amore”, per la regia di Lillo. Maurizio Mattioli è nello spettacolo di Stefano RealiEra ora” dal 15 al 26 febbraio e racconta di un grande comico cresciuto in borgata, erede di Aldo Fabrizi, una biografia in piena regola con un esilarante percorso scenico tutto da vivere.

Nadia Rinaldi e Walter Croce sono i protagonisti di “Gente di facili costumi” di Nino Manfredi per la regia di Walter Croce, dall’8 marzo al 26 marzo. Dado porta in scena uno spettacolo che sbeffeggia i poteri forti partendo dal titolo stravolto di una famosa canzone dei Beatles. “Obladì Obladado” è in scena dal 19 aprile al 7 maggio. La stagione finisce con Pietro Romano e Roberto D’Alessandro, quest’ultimo è anche regista di “Nerone”, in scena dal 10 al 28 maggio.

Per i spettacoli fuori abbonamento “Trasteverini”, per la regia di Fabrizio Angelini, in cartellone dal 12 al 16 ottobre. “(In) Solito Bar”, per la regia di Latino Moscatelli Passacantilli è in scena dal 30 novembre al 4 dicembre. Luciano Lembo porta “Lavori in corso” dal 4 all’8 gennaio, mentre Marco Todisco è interprete di “Sono un mostro di figlio” dall’11 al 15 gennaio, per la regia di Fabrizio Nardi. Claudio Gnomus, Sara Adami e Annalisa Aglioti sono i protagonisti di “Tre ex in affitto”, dall’1 al 5 marzo. Federico Perrotta e Valentina Olla sono nello spettacolo “90’S night al ritmo di novanta”, per la regia di Morgana Giovannetti, dal 29 marzo al 2 aprile. Fulvia Lorenzetti e Mario Antinolfi interpretano “Xanax”, in scena dal 5 al 9 aprile, per la regia di Marco Cavallaro.

Al Teatro degli Audaci: “3 papà per un bebè”

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Di Paola Aspri

Nicola Canonico ha dimostrato coraggio e determinazione nel mettere in scena “3 papà per un bebè”, una commedia che ha dalla sua due film di successo, una edizione francese una americana, ma che non ha niente a che fare con questa edizione teatrale nostrana, permeata di napoletanità e di quel pizzico di gioviale e pasticciona realtà italiana che fa sempre sorridere e diventa accattivante per lo spettatore. Canonico in questo caso non è solo interprete, ma anche produttore della Good Mood che ha creduto in questo progetto. In scena insieme a Nicola Canonico: Mario Zamma, Giuseppe Cantore e la presenza allegra e fashion di Alessia Fabiani, l’elemento femminile che fa la differenza nel mettere scompiglio nella famigliola improbabile che si è andata a creare nella casa dei tre uomini.

606c25c475d87517492ef06221495e02_XLLa pièce è scritta da Antonio Grosso e porta la regia attenta ed eclettica di Roberto D’Alessandro che ha saputo tenere testa alla verve degli attori.

La storia è quella di tre uomini che vivono insieme nello stesso appartamento e non hanno niente in comune, in quanto uno è donnaiolo, l’altro è un ginecologo bloccato sessualmente, l’altro è un gay che vorrebbe attentare alla virtù dell’impotente momentaneo. Arriva nella quotidianità dei personaggi un bambino che rende impossibile la convivenza tra i tre. Il bambino sembrerebbe essere figlio del dongiovanni del gruppo, ma la sorpresa che li aspetta denuncia ben altro e li farà trovare di fronte a delle belle responsabilità che saranno poi la scolta decisiva della loro vita. Bravissimi tutti nel rendere spumeggiante una commedia che vive sulle dinamicità recitative. Nicola Canonico è perfetto nel ruolo dello sciupafemmine, disordinato, volubile, partenopeo fino al midollo e con quella bonarietà tipica degli uomini del sud. c700x420Giuseppe Cantore è assolutamente esilarante nella parte del gay deciso a tutti i costi a sedurre il malcapitato ginecologo, interpretato da un bravissimo Mario Zamma che non perde occasione per incalzare battute a raffica al suo interlocutore. Alessia Fabiani è efficace nel ruolo dell’irriducibile assistente sociale che nasconde un passato doloroso e che s’innamora contraccambiata del ragazzo napoletano papà per caso. Ma il vero protagonista della pièce è Michelino, il neonato che piange e ride come un bambino vero, grazie alla regia che lo fa agire come un essere umano in fasce. Leonardo Barbarisi è nella parte di Michelino da grande. Da non perdere. Si può ridere a teatro, riflettendo anche su temi come quelli dell’adozione che in questo periodo sono sotto i riflettori, cercando di mettere la pulce nell’orecchio anche a chi ancora la pensa in maniera sbagliata e conformista. Da vedere. Fino al 14 febbraio al Teatro degli Audaci.

“Milano non esiste”, in scena al Teatro dè servi

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Di Paola Aspri

Su “Milano non esiste”, è la nostalgia del passato a diventare il tema ricorrente della pièce e Roberto D’Alessandro ne diventa il testimone ideale per sviscerare gli stati d’animo di un meridionale in cerca delle sue origini.

Tratto dall’omonimo romanzo di Dante Maffia, lo spettacolo in questi giorni al Teatro dè Servi, è un mix di valori dimenticati, messi a confronto con la realtà robotica di una grande città come Milano.

A fare da sfondo agli stati d’animo dei nostri giorni, una famiglia italiana, il cui patriarca è un calabrese prossimo al pensionamento, che vede la fine dei suoi giorni lavorativi in fabbrica come una liberazione per riappropriarsi del tempo perduto.

Il tempo perduto è la sua terra,  il ritorno è ostacolato dai cinque figli e da una moglie milanese doc. La rabbia è tanta che esplode quando sente l’ostilità di un nucleo che non capisce i suoi desideri e le sue richieste.

Un finale amaro spiega come la realtà distrugga le relazioni del trascorso, mostrando le pecche di un presente ostile ai propri valori primari.

Portato in scena lo scorso anno da Roberto D’Alessandro che ne è il regista e ha adattato il testo, rispetto alla scorsa edizione mostra una maggiore dinamicità nella recitazione e nello snodo tramatico.

Pur essendo una pièce dai risvolti drammatici, fino alla fine non svela la sua amarezza di fondo, evocando una divertente disarmonia tra i personaggi che genera ilarità negli spettatori.

Nonostante la lunghezza dello spettacolo, non si rischia di rimanere invischiati nella perdita di interesse, grazie alla tenuta registica di D’Alessandro e alla sua recitazione, sempre in bilico tra attenzione  estrema alle sfumature del personaggio e alla giocosa improvvisazione che lo contraddistingue.

Inoltre il gruppo di attori che lo contorna è al passo con la sua vivacità. I caratteri che si susseguono sul palcoscenico, denunciano la differenza e la complementarità di una società giovanile sempre più alla ricerca dei falsi miti e di omologazione di massa.

Daniela Stanga, è la giusta moglie di D’Alessandro in scena, una perfetta milanese che tende a mettere d’accordo l’istinto e la ragione, subendo a volte l’irruente passionalità meridionale del marito.

Annabella Calabrese è nelle corde di un ruolo di una figlia che vuole fare la velina, tutta mosse e trovate parodistiche che strappano più di una volta il sorriso della platea. Ma i siparietti fanno parte di una messinscena dove anche gli altri interpreti come Riccardo Bergo, Sara Borghi, Domenico Franceschelli e Andrea Standardi danno il meglio di loro, in accesi dibattiti, dove sono messi a confronto le differenze sociali ed economiche di ognuno, nonché le proprie aspirazioni. Le accese trovate di Sara Borghi, una figlia dedita al recupero degli extracomunitari, sono un diversivo brillante per strappare qualche risata in più. Da vedere. Fino al 2 novembre.