Superquark puntata del 26 luglio i reportage di “Occhio alla spia”

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La quinta puntata di Superquark il back stage della serie BBCOcchio alla spia”. Si scoprirà cosa si cela dietro le quinte di questa serie, lo straordinario impegno necessario per progettare, costruire e introdurre le Creature Spia in così tante famiglie animali diverse. Per realizzare la serie ci sono voluti 3 anni, e ogni “spedizione” ha utilizzato una diversa squadra per le riprese. Si assisterà al minuzioso processo di costruzione di questi modelli animali estremamente realistici realizzati in laboratorio da tecnici ed esperti di effetti speciali in molti film di Hollywood, e sarà possibile unirsi a loro nel momento in cui vengono posizionati sul campo e messi in funzione in giro per il mondo. Non mancheranno i momenti divertenti e inaspettati, ma anche qualche attimo di …”suspense”!


Inoltre in questo numero:
La fine di un Impero, potrebbe essere il titolo del servizio di Alberto Angela con Giampiero Orsingher,  alla scoperta delle origini di Ravenna, la città dove la storia europea ha subìto una drammatica svolta.


Lui si chiama Robert Langer ed è un chimico di fama mondiale e probabile candidato al Nobel. Barbara Berardini è andata a intervistarlo nel suo laboratorio del MIT di Boston dove ha brevettato decine e decine di sistemi utili in farmacologia. L’ultimo rischia di fargli vincere il prestigioso European Inventors Award. Si tratta di un Wafer polimerico per curare tumori virtualmente inoperabili, come i gliomi cerebrali.

Resuscitare il mammut? Roba da Jurassic Park, ma nei laboratori di Harvard lavorano alacremente alla de-estinzione, e proprio il mammut è la prima specie preistorica estinta che potrebbe vedere di nuovo la luce, in una versione sufficientemente simile all’originale. Barbara Bernardini è andata nella sede dell’ Harvard Wolly Mammoth Retrival Team a Boston, per vedere a che punto sono gli scienziati.


Sembra un normale treno, composto di una motrice in testa e di una in coda e quattro carrozze. In realtà è più simile a un computer su ruote, a un laboratorio mobile estremamente sofisticato. Si tratta del treno diagnostico, che serve per fare il check up automatico a binari, linee di alimentazione e apparati tecnologici: tutti controlli che questo treno riesce a fare viaggiando a quasi 300 km orari.
Oggi la possibilità di connettersi a internet è considerata essenziale, ma in molti luoghi del mondo resta un problema difficile da risolvere. Barbara Gallavotti e Daniela Franco sono andate all’ICTP di Trieste dove i ricercatori lavorano a una soluzione.

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