Al Teatro dè Servi: Coniugi

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In questi giorni c’è una commedia in programmazione al Teatro dè Servi che mi ha particolarmente colpito per le dinamiche comportamentali dei suoi personaggi che non perdono occasione di ammazzarsi con le parole come in una guerra all’ultimo sangue.Coniugi” dell’autore franco-algerino Eric Assous ha il pregio e il difetto di non avere mezze misure, proponendo una storia che mette in discussione l’amore e l’amicizia per il potere del denaro. Una grossa vincita al lotto di Berto, il carattere più frustrato e cinico della commedia, porta ad evidenziare le personalità arcigne, egoistiche e avide dei caratteri che giocano ognuno la propria carta della sgradevolezza in presa diretta. L’uomo che più di ogni altro tra i personaggi raccontati ha acquisito una padronanza economica, si sbarazza della moglie cicciona, la liquida con i denari acquisti e accalappia con il nuovo status la bella Luana che poco tempo prima era l’amante del suo migliore amico. Ma si sa che alla lusinga dei soldi nessuno rimane insensibile e tutti mettono in discussione ogni cosa, mettendo in disparte la stima degli altri e di sé stessi. Ne viene fuori un ritratto egoistico di come siamo all’interno della società.

Oltre a Berto, poi c’è l’amico tradito Saverio, la moglie puntigliosa e sospettosa Patrizia, l’amante insoddisfatta Luana, insomma c’è n’è per tutti i gusti e ognuno si riconosce nel carattere raccontato. Roberto D’Alessandro è perfetto, a tratti un mostro di bravura nel dare risvolti insidiosi e paradossali al suo ruolo, uomo che diventa importante suo malgrado. Felice Della Corte è il coniuge che ammazza la monotonia del matrimonio con l’amante e si trova a sua volta tradito da chi sposa la sua stessa teoria. In Saverio, l’attore Della Corte mette la solitudine e l’ipocrisia dell’uomo comune che non ha il coraggio, né la voglia di scegliere, dando una prova eccellente di recitazione. Francesca Nunzi è come sempre l’attrice che risolve con un colpo d’improvvisazione attoriale un ruolo che è già brioso ed eccentrico di suo, dando vita in un quadro con Roberto D’Alessandro ad una generosa recitazione che coinvolge il pubblico in sala. Efficace nel suo ruolo Giorgia Guerra, apatica, dissoluta e sessualmente intrigante. La regia è di Giancarlo Fares. Si può dire che sembra di vedere a tratti un “TradimentiPinteriano, con un finale che riporta al punto di partenza, tutti insieme ipocriticamente…Da vedere. Fino al 27 novembre.

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